LA VOCE DEI PRECARI

Associazione Istruzione Unita Scuola

domenica 4 dicembre 2011

Majorino: "500mila euro per abbonamenti ATM gratis per disoccupati, cassintegrati e giovani precari"

Grande partecipazione al 1° Forum delle Politiche sociali, 2.000 operatori del terzo settore pubblico e privato, esponenti della cultura e delle imprese
Ecco il Comunicato Ufficio stampa del Comune:
Milano, 2 dicembre 2011 - "Investiamo 500mila euro in abbonamenti dell'ATM gratuiti per disoccupati, cassintegrati e giovani precari: il finanziamento è stato approvato questa mattina dalla Giunta. Raddoppiamo un provvedimento della passata Amministrazione, rendendolo attivo dal 1° gennaio 2012".
Lo ha annunciato l'assessore Pierfrancesco Majorino questa mattina dal palco del 1° Forum delle Politiche sociali, organizzato dal Comune di Milano.
Il provvedimento, che fa parte di un fondo anticrisi, è stato promosso dall’assessore Majorino insieme all’assessore al Lavoro Cristina Tajani. "Abbiamo voluto mantenere fede a una promessa fatta – ha spiegato Majorino – perché il momento è davvero difficile per molti milanesi. Inoltre, vogliamo istituire un fondo misto pubblico-privato per dare vita a percorsi di accoglienza rivolti soprattutto a persone senza fissa dimora. Un fondo che prende spunto anche dall’esperienza straordinaria realizzata dalla Curia e da Caritas. Immaginiamo uno strumento cui anche i singoli cittadini possano contribuire con una sorta di buono per azioni sociali che possano alimentare il fondo stesso".
Il Piccolo Teatro Strehler ha ospitato questa mattina l'apertura del Forum, con incontri tematici dedicati a minori e famiglia, immigrati, politiche della casa, salute mentale, dipendenze, nuove povertà, anziani, disabili, discriminazioni, carcere. Vi hanno partecipato più di 2.000 persone, tra cui educatori, assistenti sociali, psicologi, sociologi, amministratori, lavoratori di enti pubblici e del privato sociale, esponenti del mondo della cultura e delle imprese: inparticolare, don Antonio Mazzi, Massimo Moratti, Nando Dalla Chiesa, Moni Ovadia, Livia Turco, Mariolina Moioli, Emanuele Patti, Walter Locatelli

lunedì 14 novembre 2011

SCUOLA, legge di stabilità (art. 4, commi 67 a 83)



« Non avranno più diritto al presidi di ruolo (e al Dsga) gli istituti che hanno meno di 600 alunni, che scendono a 400 per le scuole situate in comuni montani, piccole isole e nei territori caratterizzati da specificità linguistiche».
«Le scuole interessate dal processo di accorpamento diventano 3.138, rispetto alle 1.812 previste con i precedenti parametri. »

[67. Concorrono al raggiungimento degli obiettivi di riduzione della spesa del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca le disposizioni di cui ai commi da 68 al 83. Le riduzioni degli stanziamenti relativi allo stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, previste dall’articolo 3 e dai commi di cui al primo periodo operano in deroga all’articolo 10, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e successive modificazioni.
68. All’articolo 26, comma 8, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modificazioni, la parola: «cinquecento» è sostituita dalla seguente: «trecento».
69. All’articolo 19, comma 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, la parola: «500» è sostituita dalla seguente: «600» e la parola: «300» è sostituita dalla seguente: «400».
70. All’articolo 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, dopo il comma 5 è inserito il seguente:
«5-bis. A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013, alle istituzioni scolastiche autonome di cui al comma 5 non può essere assegnato in via esclusiva un posto di direttore dei servizi generali ed amministrativi (DSGA); con decreto del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale competente il posto è assegnato in comune con altre istituzioni scolastiche, individuate anche tra quelle cui si applichi il medesimo comma 5. Al personale DSGA che ricopra detti posti, in deroga all’articolo 9, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è riconosciuta, a seguito di specifica sessione negoziale, una indennità mensile avente carattere di spesa fissa, entro il limite massimo del 10 per cento dei risparmi recati dal presente comma».
71. Il riscontro di regolarità amministrativa e contabile presso le istituzioni di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale, di cui all’articolo 2 della legge 21 dicembre 1999, n. 508, è effettuato da due revisori dei conti nominati con decreto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e designati uno dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e uno dal Ministero dell’economia e delle finanze. Ai revisori dei conti presso le istituzioni di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale non si applica l’articolo 26, quarto comma, della legge 18 dicembre 1973, n. 836. L’incarico di revisore dei conti presso le istituzioni di Alta formazione e specializzazione artistica e musicale dà luogo a rimborsi spese secondo le regole previste per i funzionari dello Stato.
72. Per l’anno 2012 si applica l’articolo 48, comma 1-ter, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31.
73. Per il personale degli enti, accademie ed istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica statali (AFAM), il periodo dal 1º gennaio 2012 al 31 dicembre 2014 non è utile ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti.
74. Il personale docente del comparto dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, può usufruire di permessi per attività di studio, di ricerca e di produzione artistica nel limite di dieci giorni per anno accademico, compatibilmente con le attività programmate dalle Istituzioni di appartenenza e senza riduzione dell’impegno orario di servizio definito dal Contratto collettivo nazionale di lavoro di comparto.
75. I giorni di permesso previsti dalle disposizioni contrattuali relative al comparto AFAM non goduti entro l’anno accademico 2010-2011 non sono più cumulabili e possono essere fruiti fino al loro esaurimento nel limite di trenta giorni per anno accademico.
76. L’assenza del docente per i periodi di permesso di cui ai commi 74 e 75 non può essere coperta con contratti di lavoro a tempo determinato.
77. I permessi eventualmente già autorizzati per l’anno accademico 2011-2012 sono revocati qualora eccedenti il limite annuo di cui al comma 75.
78. Le autorizzazioni di cui all’articolo 17, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, di cui all’articolo 10 della legge 18 marzo 1958, n. 311, e di cui all’articolo 8 della legge 18 marzo 1958, n. 349, possono essere concesse al medesimo soggetto per un periodo complessivamente non superiore ad un anno accademico in un decennio e non oltre il compimento del trentacinquesimo anno di anzianità di servizio. Nel concedere le autorizzazioni, il Rettore tiene conto delle esigenze di funzionamento dell’Università ivi incluso il contenimento della spesa per la didattica sostitutiva. I conseguenti risparmi di spesa rimangono alle università.
79. Le disposizioni di cui ai commi da 74 a 78 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dalla data di entrata in vigore della presente legge.
80. Nel caso di esonero dalle attività didattiche dei docenti incaricati della Direzione, le Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica individuano, nell’ambito della propria dotazione organica del personale docente, il posto da rendere indisponibile alla copertura a tempo determinato per l’intera durata dell’incarico.
81. Allo scopo di evitare duplicazioni di competenza tra aree e profili professionali, negli istituti di scuola secondaria di secondo grado ove sono presenti insegnanti tecnico-pratici in esubero, è accantonato un pari numero di posti di assistente tecnico.
82. A decorrere dall’anno 2012, conseguentemente alle economie di spesa recate dai commi da 68 a 70 e da 73 a 81 e non destinate al conseguimento dell’obiettivo di cui all’articolo 10, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, è iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca un Fondo di parte corrente denominato «Fondo da ripartire per la valorizzazione dell’istruzione scolastica, universitaria e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica», con lo stanziamento di euro 64,8 milioni nell’anno 2012, 168,4 milioni nell’anno 2013 e 126,7 milioni a decorrere dall’anno 2014, destinato alle missioni dell’istruzione scolastica, dell’istruzione universitaria e della ricerca ed innovazione. Al riparto del fondo tra le relative finalità si provvede con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
83. All’articolo 8, comma 14, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, dopo il primo periodo è inserito il seguente: «Alle stesse finalità possono essere destinate risorse da individuare in esito ad una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della scuola, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato e nel rispetto degli obiettivi programmati dei saldi di finanza pubblica».]

domenica 6 novembre 2011

Comparto scuola e reiterazione contratti a termine

Una delle problematiche giuridiche più attuali, anche per il contenzioso in vertiginoso aumento, attiene all’illegittimità dei contratti a termine stipulati nel comparto scuola. La materia è di particolare interesse anche per l’intreccio della normativa nazionale con quella comunitaria che necessariamente deve prevalere a fronte del mancato recepimento della stessa (quantomeno nelle modalità previste) da parte del legislatore italiano.In proposito, sull’applicabilità del D. Lgs n. 368 del 2001 ai contratti a termine nel settore del scuola pubblica, merita una considerazione particolare l’intervento legislativo dello Stato italiano con il quale è stata introdotta la misura di cui alla Clausola 5 della Direttiva 1999/70/CE - lettera b) e cioè la durata massima totale dei contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato successivi.Infatti, la legge 24 dicembre 2007, n. 247, ha modificato l’art. 5 del D.lgs. n. 368/01, introducendo il comma 4-bis (art 1, comma 40, L. n. 247/07), con cui ha prescritto un ulteriore “barriera” alla stipulazione di contratti a termine tra le stesse parti, prevedendo il limite massimo di 36 mesi (derogabile per una sola volta in presenza delle condizioni previste dalla seconda parte del comma 4 bis del già citato art. 5 D. Lgs. 368/01), superato il quale, il nuovo contratto a termine successivamente stipulato, si considera a tempo indeterminato.Circa l’applicabilità (anche) del predetto art. 5, comma 4 bis, D. Lgs n. 368/2001, ai contratti a tempo determinato nella scuola pubblica è decisivo rilevare come il legislatore, con il D.L. 13 maggio 2011, n. 70, “Disposizioni urgenti per l’economia”, pubblicato in G.U. n. 110 del 13 maggio 2011, con decorrenza da tale data, convertito con modificazioni dalla Legge 12 luglio 2011 n. 106, abbia espressamente previsto che all'articolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, dopo il comma 4, e' aggiunto il seguente comma: "4-bis. …. sono altresì esclusi dall'applicazione del presente decreto i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente ed ATA, considerata la necessità di garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo anche in caso di assenza temporanea del personale docente ed ATA con rapporto di lavoro a tempo indeterminato ed anche determinato. In ogni caso non si applica l'articolo 5, comma 4-bis, del presente decreto.".Con predetta norma, il legislatore ha quindi esplicitamente previsto che il D.Lgs. n. 368/01 non si applicherebbe (più) ai contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente ed ATA: detta disposizione, quindi, dimostra inequivocabilmente che, prima del 13 maggio 2011, il D.Lgs. n. 368/01 e segnatamente l’art 5, comma 4-bis, si applicava ai contratti a tempo determinato nel settore scolastico.Detta conclusione, ad oggi, risulta confermata ed imposta, da una interpretazione comunitariamente orientata dell’art. 5, comma 4 bis, in esame, nonché ribadita dallo stesso Stato italiano, innanzi la Corte di Giustizia dell’Unione europea nella Causa C-3/10. In proposito si riportano, di seguito, i punti salienti dell’Ordinanza della Corte di Giustizia, Sesta Sezione, 1 ottobre 2010, Affatato)...
(Avvocato Daniela Carbone)Fonte Laprevidenza.it


Leggi Comparto Scuola e reiterazione contratti a termine

domenica 2 ottobre 2011

Dirigenti comandati al MIUR: «precari più pagati». Io docente precario un con uno stipendio da fame

«Dirigenti scolastici distaccati utilizzati e comandati al MIUR percepiscono indennità di risultato sino a 69.000 euro »

«Consultando il sito trasparenza ci siamo imbattuti in quello che ci sembra uno scandalo legale e una pratica sconosciuta alla categoria dei dirigenti scolastici che sono abituati a ricevere nella loro striscetta stipendiale importi di retribuzione di risultato quota fissa mensili di 159,07 euro.
Ebbene nella tabella, che pubblichiamo in allegato , dove sono ricompresi i ministeriali di 1 fascia e 2 fascia dell’area I ci sono anche alla fine inseriti i dirigenti a
tempo determinato e tra questi i dirigenti scolastici che svolgono la loro attività al ministero come distaccati e comandati e utilizzati in base alla giungla legislativa che nessuno al MEF riesce a smantellare.

Leggendo la colonna della retribuzione di risultato si sobbalza subito dalla sedia constatando che alcuni di questi colleghi “ privilegiati “ godono di un appannaggio annuo che in alcuni casi arriva anche a 69.191 euro annui un importo sette volte superiore a quello dei loro colleghi che stanno in trincea. Questi colleghi “ fortunati “ totalizzano alla fine anche 152.554 euro di stipendio totale!
Si perché la prima cosa che ci si chiede è il motivo di questa retribuzione di risultato privilegiata e magari ci si immagina che a questi particolari eroi sia affidato il destino e le sorti del MIUR o comunque incarichi diplomatici speciali o incombenze particolarmente onerose e complicate soggette a rischi professionali di livello elevato.
Ora comprendiamo la particolare preoccupazione di farsi distaccare presso il MIUR non legata soltanto a chiudersi in una stanza ma legata alla percezione di laute prebende. E tutto legale e con il beneplacito silenzioso della burocrazia sindacale che in periferia si batte per i tagli e al centro si preoccupa di tenere ben salde le teste di ponte all’interno della struttura ministeriale.
I 10.000 dirigenti sono purtroppo distratti dalle mille incombenze e dai mille fastidi della gestione corrente delle loro scuole e magari procurati proprio dall’inerzia dell’apparato e non hanno il tempo di accorgersi di tutto quello che passa sulla loro testa. Ma sarà ancora così in futuro?
Ma tant’è questo è il paese che rischia il default!»

Leggi Retribuzioni annue lorde dei Dirigenti di 1^ e 2^ fascia del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

lunedì 19 settembre 2011

PRESIDIO LUNEDI 19 SETTEMBRE VIA RIPAMONTI 85 ORE 15.30

Il Provveditore di Milano, dott. Giuseppe Petralia (foto), incontrato lo scorso martedi dalle precarie e dai precari della scuola, si è mostrato sordo a gran parte delle richieste, più che legittime, presentate dalla folta delegazione di circa 80 lavoratori della scuola, volte ad affrontare la drammatica situazione di disoccupazione di centinaia di docenti e Ata milanesi, causata dal terzo anno di pesanti tagli di cattedre e di ore nella scuola pubblica voluti dal Ministro Gelmini e dal Governo Berlusconi.
Questi tagli si ripercuotono nel difficilissimo avvio di anno scolastico per le scuole di ogni ordine e grado caratterizzato da: classi sovraffollate, studenti senza insegnanti, alunni disabili a cui viene negato il diritto allo studio in mancanza di un numero adeguato di ore di sostegno, tagli delle compresenze e del tempo pieno, problemi nel garantire un adeguato servizio di pulizia, sorveglianza e segreterie scolastiche senza personale sufficiente.
Noi però non ci accontentiamo delle risposte evasive, dello scarica-barile, delle pratiche da azzeccagarbugli e delle procedure illegittime in cui si stanno esibendo i più alti funzionari dell'Amministrazione provinciale e regionale in questi giorni. Sappiamo che la battaglia è dura e lunga e che le precarie e i precari della scuola devono contare prima di tutto sulle loro forze, sull'unità dal basso tra lavoratori della scuola (docenti precari e di ruolo e ATA), studenti e genitori e sull'autorganizzazione.
Noi non ci arrendiamo e facciamo appello a tutte le precarie e i precari, ai lavoratori della scuola, agli studenti e ai genitori a unirsi in questa lotta per la dignità, per il lavoro e per garantire una scuola pubblica di qualità e per tutti.
I lavoratori della scuola di Milano in agitazione presenti all'incontro di martedì 13 rilanciano e indicono un Presidio sotto l'USP/USR di Milano per:
LUNEDI 19 e MERCOLEDI 21 SETTEMBRE VIA RIPAMONTI 85 ORE 15.30
Per vigilare sul rispetto delle promesse fatte dal Provveditore Petralia di indire nuove convocazioni su base provinciale, pubbliche e trasparenti, su tutte le disponibilità residue e sopravvenute, su tutte le classi di concorso.
Per esigere un Tavolo di trattativa con l'USP Milano e l'USR Lombardia sui seguenti temi:
1) non più cattedre e accorpamenti superiori alle 18 ore e anche gli spezzoni pari o inferiori a 6 ore devono essere assegnati dall'USP con convocazione pubblica e trasparente;
2) sul sostegno si autorizzino tutte le deroghe necessarie per ripristinare nelle scuole milanesi il rapporto 1 docente di sostegno–2 alunni disabili, fatto saltare dalla Gelmini per mere esigenze di risparmio e copertura delle disabilità gravi in base all'effettivo bisogno;
3) apertura di uno sportello di vigilanza all'USP, a carattere permanente, presso cui segnalare tutte le inadempienze e irregolarità nella comunicazione delle disponibilità e nelle procedure di nomina eventualmente rilevate.
Per saperne di più, clicca QUI

domenica 11 settembre 2011

Al via i tirocini formativi attivi (TFA) e corsi di laurea per la formazione iniziale degli insegnanti

Si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta una riunione sul tema dell’accesso alla professione di insegnante. Erano presenti il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, l’on. Maurizio Lupi e alcuni tra i primi firmatari dell’appellogiovani.it.

Il Ministero ha presentato i problemi aperti relativi all’attivazione dei Tirocini Formativi Attivi (TFA) transitori di cui si è discusso in questi giorni. Le informazioni e i dati forniti dalle parti in causa permettono di delineare un quadro più positivo e suscettibile di un ulteriore miglioramento. Come risulta dai dati pubblicati il giorno 8 settembre sul sito del MIUR, i posti disponibili erano già pari a 10.285. Sono stati implementati di ulteriori 3.000 posti riservati ai TFA per le Scuole superiori, per un totale di 13.285 posti per i soli TFA transitori, finalizzati al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento nelle Scuole secondarie di I e II grado per l’a.a. 2011/12.
Si è altresì sottolineato l’importante ruolo che le università sono chiamate a ricoprire in questa fase di attivazione dei TFA transitori e dei futuri percorsi abilitanti.
Si prospetta dunque una situazione più favorevole, che tiene conto anche delle esigenze dei giovani. I numeri dei posti che saranno assegnati risulteranno, infatti, dall’incrocio tra quelli pubblicati dal MIUR e l’offerta formativa formulata dalle università.
Il Ministero diramerà quindi una nota ai direttori degli uffici scolastici regionali e una nota alle università, incoraggiandole a presentare piani formativi sulla base delle loro capacità di offerta. Contemporaneamente viale Trastevere solleciterà i comitati regionali di coordinamento affinché recepiscano l’offerta formativa degli atenei e valutino la congruenza didattica delle proposte.

Le parti si sono dette reciprocamente soddisfatte dell’incontro. Viene, infatti, da un lato confermato nella sua sostanza il regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti (così come previsto dal MIUR) e, dall’altro, valorizzato l’elemento dell’offerta formativa delle università nella determinazione del numero dei posti da assegnare per l’accesso alle abilitazioni.

Contestualmente alla pubblicazione delle suddette note da parte del MIUR viene sospesa la raccolta delle firme da parte del sito
http://www.appellogiovani.it/
.

giovedì 8 settembre 2011

SCUOLA: DISABILI, AL NORD MENO SOSTEGNO CHE AL SUD

«DOSSIER TUTTOSCUOLA, 52% POSTI AL SUD CHE HA 40% ALUNNI DISABILI»

Gli studenti disabili del Nord Italia hanno meno diritti dei loro compagni del Sud, e in questi anni
sono entrati in ruolo, in proporzione, molti piu' docenti di sostegno nel Meridione che nel resto del Paese.

E' il quadro che emerge da un dossier di "Tuttoscuola" dedicato alla mappa del sostegno alla disabilita' nella scuola italiana.

Il dossier segnala un aumento tumultuoso degli alunni disabili:

nell'anno scolastico 2009-2010 i disabili inseriti nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno superato le 181 mila unita', il 2,3% della popolazione scolastica, con un incremento del 5% rispetto all'anno precedente ma di quasi il 70% rispetto a 15 anni prima.

Nel 2009-2010 vi era mediamente un disabile ogni 43 alunni, ma con forti differenze da regione a regione: 58 in Basilicata, 35 nel Lazio. Scostamenti che, secondo Tuttoscuola, dipendono probabilmente dai diversi criteri utilizzati dalle Asl per la valutazione delle disabilita'.
I docenti di sostegno si sono quasi triplicati: i posti sono 90.469, erano 35 mila 15 anni fa. Ed e' molto cresciuto lo sforzo dello Stato, che investe circa 3 miliardi di euro l'anno solo per il personale di sostegno.

Ma dall'analisi emergono squilibri sorprendenti: ci sono piu' studenti disabili al Centro e nel Nord-Ovest, ma lo Stato destina gli insegnanti di sostegno soprattutto al Sud e nelle isole.

E tra questi offre posti stabili molto piu' in queste regioni che nel resto del Paese: il 52% dei posti fissi sono assegnati infatti nel Meridione che ha solo il 40% degli alunni disabili. In Basilicata c'e' un docente di sostegno ogni 1,62 alunni disabili, in Lombardia ogni 2,3.
Curioso il confronto tra Campania e Lazio: a fronte di un uguale numero di alunni disabili, alla Campania sono stati assegnati oltre 3 mila docenti di sostegno in più rispetto al Lazio.
Rispetto poi alla percentuale di stabilità dei posti del 70% fissata dalla legge, in Basilicata il 91% dei posti di sostegno sono stabili in organico di diritto, in Sardegna e in Campania l'89%, mentre in Emilia Romagna non si arriva al 55%, e in Lombardia e in Veneto ci si ferma al 56%.
Ma come si diventa insegnanti di sostegno? Frequentando un semestre aggiuntivo all'università. E non sempre, secondo Tuttoscuola, la preparazione è all'altezza: non è raro ad esempio imbattersi in docenti di sostegno che non conoscono l'uso del Braille, la particolare scrittura per ciechi.Fonte Ansa

File allegati:


>>> La normativa nazionale e della regione Lombardia in materia di disabilità.

>>> USR per la Lombardia :Nuove certificazioni di alunni disabili e indicazioni per la definizione degli organici di sostegno

>>> Alunno con handicap? Chi è, ai fini dell'integrazione scolastica





lunedì 29 agosto 2011

A Milano, e non solo, le nomine con il passaparola! Le prossime con il piccione viaggiatore o i segnali di fumo?

Foto Dino Dono
Sembra incredibile, ma purtroppo è tutto vero: a Milano, ma pare anche in altre città, le nomine in ruolo dei docenti e degli Ata vengono effettuate tramite il passaparola. Sissignore! Avete capito bene,con il passaparola. Nell'epoca di Internet si sa tutto può succedere, ma che i singoli AT non procedano alle convocazione per i ruoli mediante telegramma, questa è davvero assurdo. Così succede che alcuni chiamano con un filo di voce per chiedere quando ci sarà la convocazione per la loro classe di concorso, per poi scoprire che tale convocazione è per il giorno dopo. Con buona pace della tecnologia, credo che un momento così importante nella vita di tutti noi precari sia la messa nero su bianco. Anche perchè il rischio di caos è più che una certezza! D'accordo che siamo in tempi di crisi, ma bastava un'affrancatura a carico del destinatario, che in cambio di un posto finalmente fisso sarebbe ben felice, immagino, di dover pagare il francobollo. Povera Italia, dove andremo a finire....
S.D.

domenica 28 agosto 2011

Il Ministro delude, i sindacati illudono: la campanella per chi dovrebbe suonare?

E che ruolo hanno i sindacati, anche quelli più agguerriti nei confronti del Suo Governo, se non quello di illudere noi tutti?
Gentile Ministro Gelmini,
sono un' insegnante precaria della scuola milanese, ormai quello che vado ad iniziare sarà il 16° anno di precariato. Come da copione il mese di agosto lo passo davanti al computer per seguire nei minimi dettagli tutte le notizie dall'ufficio scolastico regionale di mio interesse, ora diventato AT di Milano.
Negli ultimi giorni le notizie si stanno affastellando sempre di più, soprattutto per quanto riguarda la nomina in ruolo, sia dai concorsi ordinari che dalle GAE, di cui faccio parte.
Proprio ieri a Milano è stato pubblicato il reale contingente ministeriale delle Graduatorie ad Esaurimento: per la mia classe di concorso, la A050, ne andranno 17 per l'elenco del 2010/2011 e 18 per il 2011/2012...ma sulla carta! Facendo una rapida comparazione tra i due elenchi, sono solo 22 dei 35 previsti che andranno di ruolo, in quanto sono gli stessi nominativi a comparire sui due elenchi distinti, quindi resteranno esclusi 13 precari!!! La mia domanda dunque ovvia è: che senso ha dare certi numeri per poi all'atto pratico vedersene propinare altri? Ed ancora, che fine faranno quei 13 posti? Da Brescia poi rimbalza la notizia che i destinatari di assunzione a tempo indeterminato non si decidono a scegliere la sede in quanto non vogliono saperne di andare fuori Milano, bloccando tra l'altro le assunzioni anche nella A043!!
Per quale motivo è stato possibile vedere avanzare orde di colleghi con millantati punteggi stratosferici? Ha ancora senso che io come altre centinaia di miagliaia di colleghi stiamo ancora a scervellarci sul come ed il quando potremo raggiungere il tanto sognato posto fisso? E che ruolo hanno i sindacati,anche quelli più agguerriti nei confronti del Suo Governo, se non quello di illudere noi tutti?
Ancora una volta mi sento oppressa da un sistema decisamente contorto ed indecifrabile...che delusione!
Lettera firmata
Una docente storica milanese

venerdì 12 agosto 2011

Assunzioni: pubblicata la circolare applicativa

fonte la Tecnica della Scuola

Tutte le operazioni si dovranno concludere entro il 31 agosto. Chi entra in ruolo sul contingente 2010/2011 può optare per il contingente 2011/2012.

Il Ministero dell’Istruzione sembra davvero intenzionato a bruciare le tappe: è di queste ore, infatti, la pubblicazione della circolare che fornisce indicazioni operative in merito al piano di assunzioni previsto dalla legge 106/2011.
La circolare annuncia che il decreto ministeriale che autorizza le 66mila assunzioni sta per essere inviato alla Corte dei Conti e che per dare avvio alle operazioni di immissione in ruolo gli Uffici regionali e provinciali dovranno attendere la pubblicazione ufficiale del provvedimento.
La circolare 73 del 10 agosto chiarisce poi che al personale beneficiario dei contratti a tempo indeterminato sarà assegnata, per l'anno scolastico 2011/12, la sede provvisoria di servizio utilizzando, ovviamente, tutte quelle disponibili sino alla conclusione del medesimo anno scolastico.
“Il numero di contratti a tempo indeterminato - precisa la CM - resta comunque subordinato alla effettiva vacanza e disponibilità del corrispondente numero di posti nell'organico di diritto provinciale”.
Le nomine sui posti di sostegno saranno perfezionate solo dopo adeguati accertamenti sulla regolarità formale e sostanziale del titolo di specializzazione.
I docenti che accetteranno un posto sul contingente disponibile per l'anno scolastico 2010/2011 non potranno conseguire ulteriori nomine, per lo stesso posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per l'anno scolastico 2011/2012.
La CM precisa però: “è consentito, in via eccezionale, che in caso di rinuncia a nomina sulla dotazione per l'a.s. 2010/2011, l'aspirante rimanga in posizione utile per il conseguimento di nomina per il medesimo posto o classe di concorso, relativamente alla dotazione per l'anno scolastico 2011/2012, sia per la medesima che per altra provincia”.
Il Ministero, infine, sollecita gli Uffici periferici affinchè tutte le operazioni si concludano il termine del 31 agosto 2011 come previsto dalla legge.


“Assunzioni a rischio e caos graduatorie. Altro colpo alla scuola”

Immissioni in ruolo incerte nei prossimi anni.
Cgil: presto mobilitazione.
In 30mila conquistano la cattedra, ma la «pagano» con stipendi ridotti. Dovevano essere, almeno per una parte degli oltre 230mila precari iscritti nelle graduatorie dei docenti abilitati, la fine del tunnel, e invece le 66.800 assunzioni decise dal governo, di cui solo 30.308 sono per i docenti, il resto per il personale tecnico amministrativo, si sono già trasformate nell’ennesima, crudele, lotteria. A restare fuori, per effetto dei tagli che si sono mangiati circa 140mila posti di lavoro in tre anni (89mila solo tra gli insegnanti), saranno comunque troppi. E per loro non c’è nessuna certezza, visto che le assunzioni previste per i prossimi due anni sono subordinate alle decisioni draconiane che il governo vorrà prendere sul pubblico impiego. I “fortunati”, invece, che rientreranno nella tranche di quest’anno, calcolata sui posti vacanti al netto dei tagli decisi negli scorsi anni, pagheranno comunque l’assunzione una diminuzione del salario e dei diritti, dal momento che (per effetto dell’accordo, che la Cgil ha rifiutato di siglare) il primo scatto di anzianità lo vedranno dopo otto anni, invece che dopo tre e perderanno così in busta paga dai 43 ai 48 euro al mese. Ammesso però che il caos delle doppie graduatorie, da cui il Ministero, su diktat della Lega, ha deciso che si attinga, non finisca per bloccare tutto. Si capisce che l’attesa tra gli aspiranti docenti a tempo indeterminato, sia tutt’altro che serena. «Se non mi assumeranno quello che verrà per me sarà il settimo anno di precariato», racconta, tanto per dare un’idea del paese reale, Miriam Petruzzelli,35 anni, che fa l’insegnante di sostegno a Milano, dove si è trasferita 8 anni fa, da Bari. La sua è una storia esemplare, per tante ragioni. Per esempio, perché a settembre scorso Miriam poteva scegliere un incarico annuale fino al 31 agosto e invece ha preferito accettare un incarico fino al 30 giugno, rinunciando a due mesi di stipendio, a 1300 euro al mese, per non abbandonare il ragazzino che aveva seguito l’anno precedente. Continuità didattica. La dovrebbe assicurare lo stato. «Ma qui lo stato siamo noi», si schernisce, con una punta d’orgoglio, Miriam, che adesso si ritrova senza neppure i soldi per fare le vacanze. «Sto con i miei a Bari, vacanza low cost». Pazienza, purché poi arrivi almeno l’assunzione. Miriam nella nuova graduatoria, decisa dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime tutte quelle precedenti, è numero 54. Ma la Lega ha voluto che il ministero riesumasse anche l’altra. Quella in cui i precari che (e tra questi molti che al sud, per via dei tagli, hanno perso lavoro) avevano fino a quel momento insegnato in un’altra provincia potevano aggiungersi anche ad altre graduatorie ma solo in coda. Ricorsi, sentenze del Tar e, infine, il pronunciamento della Corte Costituzionale l’avevano messa fuori gioco. La Lega ha preteso che almeno 10mila posti fossero assegnati su quella graduatoria. E però nessuno sa al momento come, se tenendo conto delle sentenze del Tar o meno. Quindi: «Se, come spero, verrò chiamata da tutte e due le graduatorie – ragiona Miriam -, sceglierò la nuova, perché con la vecchia rischio una valanga di ricorsi». Il puntoè che «per trentamila precari assunti, ci sono altrettanti e molti più che continueranno a mandare avanti la scuola con le supplenze», osserva il deputato Pd Giovanni Bachelet: «Vanno ridefiniti gli organici visto che ogni anno circa centomila precari vengono utilizzati per supplenze annuali o fino al termine delle lezioni». Anche Francesca (chiede l’anonimato), che quest’anno compie quarant’anni e da quindici anni fa la maestra precaria a Napoli, spera di essere chiamata. «Ma ho fatto domanda a Parma, perché a Napoli i posti non ci sono». In Campania – spiega – le nuove assunzioni saranno 2600, ma per l’80% saranno destinate a insegnanti di sostegno. «Briciole, visto che invece i tagli, che da noi sono stati particolarmente severi, hanno cancellato 12mila posti di lavoro in tre anni». «Con la macelleria sociale che ha annunciato oggi Tremonti, ci sono tutte le condizioni perché a settembre parta dalla scuola una mobilitazione senza precedenti, che vedrà insieme pubblico impiego, movimenti e studenti », avverte Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil: «Non ho capito perché in questo paese non possono pagare i ricchi attraverso la patrimoniale. Mentre il peso della crisi si scarica tutto sui salari dei lavoratori dipendenti, sulla scuola e sul welfare». Altro che la scuola al riparo dai tagli. Bene le 67mila assunzioni: «Sono il frutto della mobilitazione, ma contrabbandarle in cambio di un peggioramento delle condizioni salariali è inaccettabile», attacca, ricordando che, a queste condizioni, la Cgil si è rifiutata di siglare l’accordo. E ora si prepara alla battaglia d’autunno. Sulle assunzioni future, 29 mila il prossimo anno e quello successivo, per coprire il turn over, non c’è nessuna certezza, denuncia. Dipenderanno da ciò che deciderà il governo sulle pensioni e sul turn over. E anche quelle già decise, tra ricorsi e illegittimità, saranno un terreno caldissimo. «Il ministero – dice Pantaleo – deve dire chiaramente quali dovranno essere i criteri per le immissioni in ruolo, l’impressione è che abbia subito una scelta imposta dalla Lega e che ora voglia scaricare tutto sugli uffici regionali, ma questo non è possibile».

Fonte L’Unità del 12/08/2011 -
di Mariagrazia Gerina

domenica 10 luglio 2011

Scuola: Trasformazione in rapporti di lavoro a tempo inderminato solo nel caso d'immissione in ruolo

Il decreto 70 sullo sviluppo è legge Approvato ieri da Palazzo Madama

By TUTTOSCUOLA

Il Senato ieri ha dato il via libera definitivo alla conversione del decreto legge 70/2011 sullo sviluppo, già approvato, con modificazione, dalla Camera.

Se ne attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per dare attuazione ad alcuni altri provvedimenti amministrativi urgenti, quali, ad esempio, il decreto sulle graduatorie di istituto per il prossimo triennio scolastico.

Le disposizioni sulla scuola, come è noto, sono diverse, a cominciare dalla conferma del decreto salva-precari.

Viene previsto un punteggio maggiorato per i docenti precari che svolgeranno il servizio "presso pluriclassi", a cui "verrà riconosciuta una speciale valutazione del servizio prestato presso sedi considerate in zona disagiata, secondo criteri da definire con decreto del Miur".

La nuova legge esclude la possibilità di accedere direttamente al ruolo per via giudiziaria da parte dei docenti precari sulla base di una particolare normativa comunitaria, disponendo che "non trova applicazione l'articolo 5, comma 4-bis, del decreto legislativo n. 368/2001 (in base al quale, qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i 36 mesi il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato)".

I contratti a tempo determinato, quindi, potranno trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato solo nel caso d'immissione in ruolo.

Una delle disposizioni più importanti riguarda le immissioni in ruolo (stimati intorno ai 60-65 mila posti), prevedendo l'attivazione di "un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e Ata per gli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti e disponibili".

Tra le altre novità introdotte vi è la validità delle graduatorie ad esaurimento che da biennali diventano triennali (la loro definizione è già in corso). Inoltre, a partire dalla tornata di assunzioni di questa estate, viene introdotta la possibilità di "chiedere il trasferimento, l'assegnazione provvisoria o l'utilizzazione in altra provincia dopo cinque anni di effettivo servizio nella provincia di titolarità". Saranno esentati dalla norma, comunque sempre dopo aver terminato il primo anno, coloro che chiederanno l'avvicinamento a casa per motivi di "infermità o assistenza".

Niente da fare per la riapertura delle graduatorie ad esaurimento, già esclusa all'ultimo momento dalla Camera.

martedì 5 luglio 2011

L’Agenzia delle Entrate bandisce un concorso per 855 funzionari



La domanda di partecipazione va presentata entro il prossimo 4 agosto alla direzione regionale per la quale si intende concorrere. Il bando del concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato e il modello di domanda sono reperibili presso le direzioni regionali delle Entrate e sul sito dell’Agenzia.

Per saperne di più, clicca Qui


Ripartizione dei posti
Nelle seguenti regioni il numero dei posti è così ripartito:
- Lombardia, posti n. 320
- Piemonte, posti n. 75
- Veneto, posti n. 100
- Friuli Venezia Giulia, posti n. 25
- Emilia Romagna, posti n. 85
- Toscana, posti n. 40
- Marche, posti n. 25
- Lazio, posti n. 100
- Campania, posti n. 25
- Sicilia, posti n. 25
- Puglia, posti n. 25
- Calabria, posti n. 10

martedì 28 giugno 2011

“TAGLIARE E’ UN OBBLIGO, SULLA SCUOLA UN DELITTO”, di MAURIZIO FERRERA

MAURIZIO FERRERA dal Corriere della Sera del 23 giugno 2011

Alla scuola servono incentivi, non tagli

La crisi greca sta mettendo a dura prova la tenuta dell’Unione Europea. Il pericolo immediato è il default del debito sovrano di Atene. Ma la vera sfida è più generale e riguarda tutti: come conciliare stabilità delle finanze pubbliche, crescita economica e coesione sociale dopo la grande crisi? La nuova architettura di governance messa a punto negli ultimi mesi affida la gestione della stabilità alle autorità sovranazionali, in base a regole molto stringenti. Crescita e coesione restano invece di competenza dei governi, sostenuti in modo soft dalla cosiddetta strategia Ue-2020. Sulla carta, nulla da eccepire. Nei fatti però questa architettura sta producendo tensioni sempre più forti. La conciliazione fra i tre obiettivi può funzionare bene solo in Germania e nei Paesi nordici. Qui la crisi sembra ormai acqua passata, il suo impatto sociale è stato assorbito dal welfare e l’economia ha ricominciato a tirare. Portogallo, Irlanda, Grecia, e (in parte) la Spagna si trovano all’estremo opposto: per i quattro «pigs» (l’acronimo spregiativo che in inglese significa maiali) il recupero della stabilità è un insidioso percorso a ostacoli, richiede enormi sacrifici sociali e sta già provocando marcate turbolenze politiche. La crisi non ha peraltro allentato la morsa, il Pil è fermo o ancora in diminuzione. Fra questi due estremi stanno gli altri Paesi dell’eurozona. Alcuni (come l’Olanda) sono più vicini al gruppo dei virtuosi, altri (come il Belgio e soprattutto l’Italia) sono più vicini ai viziosi. Tutti si trovano però a fronteggiare lo stesso «trilemma» : il pareggio di bilancio entro il 2014 e la successiva riduzione del debito richiedono imponenti tagli di spesa; ma se si taglia il welfare, saltano coesione e consenso politico; se invece si tagliano gli investimenti (infrastrutture e capitale umano), l’economia arranca. Di fronte al dramma greco, le difficoltà dei Paesi «in mezzo al guado» possono sembrare superabili. Eppure è proprio qui, nella pancia continentale dell’Unione (Germania esclusa), che si gioca la vera scommessa. Se il circolo virtuoso della crescita inclusiva non decolla, l’Unione economica e monetaria potrebbe disgregarsi ed il consenso popolare nei confronti dell’integrazione potrebbe erodersi in misura irreversibile. L’attenzione delle istituzioni e dei leader europei è in questi giorni comprensibilmente concentrata sulla crisi greca. Nei circoli di Bruxelles e nei principali think tanks europei è però già emersa la consapevolezza che gli attuali assetti di governance debbano essere ricalibrati. Sul piano delle proposte, gli orientamenti sono essenzialmente due, peraltro complementari fra loro. Il primo riguarda il bilancio Ue, che dovrebbe essere interamente mobilitato verso il raggiungimento degli obiettivi di crescita e inclusione, senza sprechi e dispersioni. L’Unione dovrebbe poi varare al più presto i cosiddetti Euro project bonds per finanziare grandi progetti d’investimento. In questo modo la strategia Ue-2020 si trasformerebbe da una semplice cornice programmatica e di coordinamento ad un vero e proprio piano di azione corredato da adeguate risorse finanziarie. Il secondo orientamento riguarda i bilanci nazionali. Qui occorrono incentivi per assicurare la qualità delle manovre di consolidamento. È preoccupante constatare che in una buona metà dei Paesi membri vi è stata una significativa riduzione della spesa per istruzione a fronte di una stabilità (o aumento) di quella pensionistica. Ben sappiamo che senza potenziamento del capitale umano non vi può essere crescita «buona» ed equa. Quali incentivi? Si potrebbe ad esempio stabilire che, a certe condizioni (poniamo: innalzamento dell’età pensionabile, come vorrebbe la Merkel), alcuni consumi nel settore dell’istruzione possano essere trattati come investimenti, beneficiando di un trattamento di favore nel computo dei saldi di bilancio. Qualcuno propone la stipula di un vero e proprio «Patto per gli investimenti sociali» che si affianchi al patto «Euro-plus» : sostegni finanziari dall’Europa e permessi condizionati di spesa, ma solo per giustificati motivi di investimento sociale, soprattutto a favore dei giovani. Nell’appello pubblicato ieri dal Corriere, gli Amici dell’Europa esortano i leader Ue a rilanciare il progetto d’integrazione con iniziative capaci di rassicurare l’opinione pubblica. L’obiettivo della crescita inclusiva ha un forte potenziale di richiamo. Ma servono risultati concreti, in tempi rapidi. E dunque una leadership politica finalmente all’altezza della situazione.

giovedì 16 giugno 2011

I precari assediano Brunetta: «Ecco la frutta...»

«Dopo gli insulti (“Siete l'Italia peggiore”: VIDEO), la sfida, sprezzante. Chi non ha lavoro vada a scaricare le cassette della frutta al mercato. Questo il messaggio che Brunetta aveva lanciato ai precari dopo gli scontri verbali di questi giorni. E i precari, dopo avergli replicato attraverso Maurizia Russo Spena (Leggi qui l'intervista), lo hanno preso in parola.»

La protesta arriva fino alle porte del ministero dove il comitato 'Il nostro tempo è adesso' organizza un sit-in e blocca il traffico per alcuni minuti al grido «I migliori dell'Italia siamo noi». I dimostranti portano casse di frutta a Brunetta, che aveva invitato i giovani ad andare a scaricare la frutta ai mercati generali, e regalano fragole, banane e copie dei loro diplomi agli automobilisti. «Questi attestati - dice uno dei ragazzi - sono per dire che siamo la generazione più formata e preparata e che il Governo non fa altro che sprecare questa risorsa».
Leggi tutto l'articolo su L'Unità

lunedì 13 giugno 2011

I giovani precari diventeranno anziani bisognosi


By via safatti25.it
«Il sistema pensionistico introdotto nel 1995 penalizza le discontinuità di carriera e la limitata dinamica salariale»
di Vincenzo Galasso, direttore del Centro Dondena Bocconi di ricerca sulle dinamiche sociali
Il precariato che colpisce le giovani generazioni è sotto gli occhi di tutti. Su dieci persone che si affacciano al mercato del lavoro in Italia prima dei 30 anni, solo tre ottengono un lavoro a tempo indeterminato, le altre entrano con una delle oltre quaranta tipologie di contratto a tempo determinato esistenti.
E passare da un contratto a tempo determinato a uno a tempo indeterminato non è semplice: ogni anno riesce solo a poco più del 10% di giovani. Si rimane dunque a lungo in questo limbo, con un salario in media inferiore del 25% a quello dei più fortunati, senza sussidi di disoccupazione e con un percorso lavorativo accidentato, fatto anche di disoccupazione, magari accompagnata dal ritorno a casa dei genitori.
Ma forse non tutti sanno che il precariato lascia un’eredità pesante anche sul futuro delle giovani generazioni, un sigillo che li segue fino alla pensione. Anzi, proprio al termine della loro vita lavorativa, i giovani di oggi scopriranno di dover pagare ancora una volta il conto lasciato loro dai genitori. Le loro pensioni saranno molto meno generose di quelle dei loro padri, e dunque i giovani di oggi saranno verosimilmente forzati, non dalle leggi del parlamento ma da quelle dell’economia, ad andare in pensione più tardi, per potersi garantire un reddito previdenziale adeguato.
Per avere un’idea dell’impatto del precariato di oggi sulle pensioni di domani, consideriamo le carriere lavorative di due ipotetici giovani: Lorenzo e Pierpaolo.
Per le donne, il calcolo sarebbe ancora più impietoso, poiché, almeno in Italia, esse hanno carriere lavorative più discontinue e dunque pensioni tipicamente più basse degli uomini.
Lorenzo è un ragazzo fortunato: inizia a lavorare a 25 anni con un contratto a tempo indeterminato e uno salario mensile di 1.000 euro. Alla fine della sua carriera lavorativa, il suo salario reale supera i 2.000 euro. Se decidesse di andare in pensione a 60 anni, otterrebbe un beneficio previdenziale mensile reale compreso tra i 1.023 e 1.112 euro, con un tasso di sostituzione (il rapporto tra pensione e salario pre-pensionamento) attorno al 55%. Ma, ritardando a 67 anni l’uscita dal mercato del lavoro, la sua pensione reale mensile oscillerebbe attorno ai 1.600 euro, con un tasso di sostituzione dell’80%. Con 42 anni di contributi, Lorenzo otterrebbe dunque lo stesso trattamento previdenziale del padre (ovvero un tasso di sostituzione dell’80%), che di anni ne aveva lavorati 40.
A Pierpaolo le cose vanno meno bene: entra nel mercato del lavoro a 25 anni con un contratto temporaneo, che riesce a mantenere fino ai 28 anni. Per un anno è disoccupato, poi ottiene un lavoro a tempo determinato che tiene fino ai 32, quando si ritrova nuovamente disoccupato. A 33 anni l’ultimo contratto temporaneo che dopo due anni si trasforma in tempo indeterminato. Inoltre Pierpaolo ha un salario mensile di soli 800 euro, che rimane quasi costante, in termini reali, fino a quando ai 33 anni approda al contratto a tempo indeterminato. Alla fine della sua carriera lavorativa, il suo salario reale mensile supera di poco i 1.300 euro. Le difficoltà di inserimento di Pierpaolo hanno dunque segnato la sua carriera lavorativa. Il suo salario reale finale è solo del 62,5% più alto di quello iniziale. Il salario di Lorenzo è invece raddoppiato. Con un sistema previdenziale a contributi definiti, come quello introdotto in Italia dalla riforma Dini del 1995, una carriera lavorativa discontinua e una scarsa crescita salariale si riflettono fortemente sui benefici previdenziali. Se andasse in pensione a 60 anni (come suo padre), Pierpaolo percepirebbe un assegno mensile reale compreso tra i 638 e i 690 euro. È solo lavorando fino a 67 anni che Pierpaolo potrebbe ottenere una pensione mensile reale attorno ai 1.000 euro.
Al momento dunque ai giovani di oggi non rimane che puntare su un forte aumento della longevità che consenta loro di posticipare la pensione e di continuare a lavorare. Tuttavia, una riduzione del dualismo sul mercato del lavoro, ad esempio attraverso l’introduzione di un contratto unico che riduca le differenze tra contratti temporanei e permanenti, consentirebbe ai giovani un migliore inizio della loro vita lavorativa e una vecchiaia più serena.

mercoledì 25 maggio 2011

Il Disegno di Legge n. S 2594 apre la strada alla privatizzazione

NO alla privatizzazione della scuola pubblica
Tu che ne pensi? By e-mail. Dillo. a iunisistemacounseling@...
Ecco il Disegno di Legge
Art. 1.
1.
I dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado sono

autorizzati a definire progetti, con la collaborazione di privati, per il sostegno di alunni con disabilita`, anche ai fini dell’elaborazione e dell’attuazione dei Piani educativi individualizzati di cui all’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 6 aprile 1994, nonche´ delle misure educative e didattiche di supporto di cui all’articolo 5 della legge 8 ottobre 2010, n. 170, ivi inclusa la stipula di apposite polizze assicurative a carico dei soggetti privati per la copertura dei rischi correlati all’impiego di personale o di consulenti privati esterni alla scuola.
2. L’attuazione delle disposizioni di cui al comma 1 non deve comportare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica.


Per Saperne di Più, clicca Qui

venerdì 6 maggio 2011

Scuola: Nuove regole per l'aggiornamento delle graduatorie





Ecco il Comunicato Stampa del Miur del 05 Maggio 2011
«Decreto Sviluppo, tutte le misure per Scuola, Università e Ricerca»

«Nuove regole per l'aggiornamento delle graduatorie»

«Fondo per il Merito per gli studenti universitariCredito di imposta per imprese che investono in Ricerca »

Il decreto per lo Sviluppo approvato oggi dal Consiglio dei Ministri contiene anche una serie di misure a favore della Scuola, dell'Università e della Ricerca attraverso cui sarà possibile: ridurre i tempi previsti per assorbire i docenti precari, risolvere il problema dell'aggiornamento della graduatorie, tenuto conto della sentenza pronunciata di recente dalla Corte Costituzionale, costituire un Fondo per il Merito per erogare prestiti d'onore agli studenti universitari e istituire un credito di imposta per le imprese che finanziano progetti di ricerca in Università o Enti. Per quanto riguarda il precariato, le ultime stime elaborate dal Ministero prevedevano che, grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno avrebbe trovato una definitiva soluzione in sei o sette anni. I provvedimenti contenuti nel decreto per lo Sviluppo consentono, pur all'interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati, a causa di scelte politiche irresponsabili che hanno fatto lievitare fino a 250.000 il numero degli insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento. Di seguito tutte le misure previste:




  • Piano triennale di immissioni in ruolo

un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed ATA, su tutti i posti disponibili e vacanti in ciascun anno. Questo piano sarà annualmente verificato, ai fini di eventuali rimodulazioni che si dovessero rendere necessarie. Nell'anno scolastico in corso i posti vacanti sono 67.000, di cui 30.000 insegnanti e 37.000 ATA;



  • Aggiornamento delle graduatorie
Dal prossimo anno scolastico 2011/2012 l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento è effettuato con cadenza triennale e con possibilità di trasferimento in un'unica provincia. Viene così data attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito il diritto alla mobilità degli insegnanti, conservando il punteggio della graduatoria di origine (cosiddetto, inserimento a pettine). L'aggiornamento triennale anziché biennale delle graduatorie consente di coniugare il diritto alla mobilità con l'esigenza di garantire la continuità didattica e la qualità dell'insegnamento.Sempre per garantire la continuità didattica, a decorrere dal prossimo anno scolastico 2011/2012, è previsto che i nuovi docenti immessi in ruolo, destinatari cioè di nomina a tempo indeterminato, possano chiedere il trasferimento, l'assegnazione provvisoria o l'utilizzazione in altra provincia dopo cinque anni di effettivo servizio nella provincia di titolarità, anziché dopo tre anni;


  • Proroga del "salva-precari"
proroga del "salva-precari", attraverso cui verranno destinate tutte le supplenze temporanee che si renderanno disponibili durante l'anno ai titolari di incarichi annuali nell'anno scolastico precedente. Questa norma consente anche di rinnovare gli accordi con le Regioni, che hanno consentito di coinvolgere gli stessi insegnanti nei progetti speciali per il rafforzamento dell'offerta formativa;


  • Fondo per il Merito
la costituzione del Fondo per il Merito, come fondazione pubblico-privata in cui far affluire fondi pubblici e capitali privati per erogare prestiti di onore agli universitari che, nei casi di eccellenza, si trasformano in vere e proprie borse di studio;


  • Credito di imposta per la ricerca scientifica
è istituito (per gli anni 2011 e 2012) un credito di imposta a favore delle imprese che finanziano progetti di ricerca in Università o enti di ricerca;


  • Contratti di programma per la ricerca strategica

  • per i progetti "di sistema", che coinvolgono nell'attività di ricerca e sviluppo la prima fascia delle piccole e medie imprese interessate al processo industriale, è stato elaborato uno strumento negoziale che permetta di inquadrare e gestire tutte le iniziative più importanti e innovative. Questi grandi progetti, conformi alla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, consentiranno di valorizzare concretamente il contributo del sistema universitario e degli enti pubblici di ricerca, ai quali potrebbe essere affidato, in una fase preliminare alla manifestazione di interesse, un ruolo di promozione attiva sia dello strumento che dei potenziali di apporto insiti nel sistema "storico" della ricerca.

  • Nuovi schemi di regolamento per la valutazione dei docenti universitari
Per tutti i docenti la progressione economica da biennale diventerà triennale e sarà valutata su base meritocratica. Per i nuovi docenti assunti dopo l'entrata in vigore della riforma dell'università verrà rivisto lo stipendio d'ingresso e sarà eliminato il periodo di straordinariato, allineando il sistema universitario alle migliori prassi internazionali per renderlo più efficiente e competitivo.
Per Saperne di Più, clicca Qui

venerdì 29 aprile 2011

Scuola/ Precari, si sposteranno da Sud a Nord senza perdere punti

Si avvia a conclusione la vertenza dei precari della scuola nei confronti del ministero dell'Istruzione: oggi il direttore generale del Miur, Luciano Chiappetta, ha comunicato ai sindacati che entro pochi giorni verrà pubblicato il decreto di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente ed educativo, relative al biennio 2011/2013, dove sono collocati oltre 240mila candidati. Il nuovo regolamento prevede che coloro che chiederanno di essere collocati in un'ulteriore provincia verranno collocati a 'pettine', in base al punteggio posseduto, e non più in 'coda', come accaduto nell'ultimo biennio.
La novità, ribadita dal Tar del Lazio e dalla recente sentenza n. 41/11 dal Consiglio di Stato, la n. 2486 emessa ieri, comporta quindi che i docenti, in particolare quelli del sud, dove le possibilità di ottenere supplenze sono più scarse, che vorranno aggiungere una delle 104 province oltre a quella dove sono inserito, potranno farlo senza avere alcuna penalizzazione.
Il direttore Chiappetta ha anche comunicato che Miur, Mef e Funzione Pubblica stanno definendo un provvedimento di accompagnamento sulle graduatorie ad esaurimento, al fine di introdurre ulteriori modifiche sulla gestione dei precari: per quanto riguarda le nomine in ruolo si prevede la stesura di un piano triennale di assunzioni, finalizzato alla copertura di tutti i posti vacanti e disponibili.
Novità anche per la conclusione di tutte le operazioni di nomina, oggi previste al 30 luglio: vi sarà uno slittamento al 31 agosto.
Per la validità delle graduatorie ad esaurimento, l'intenzione è spostare i termini per l'aggiornamento da due a tre anni. Mentre l'obbligo di permanenza nella provincia di nomina per i neo-assunti verrà portanto da tre a cinque anni.
In una nota congiunta i parlamentari, una rappresentanza dei 60 che nei giorni scorsi avevano sollecitato una soluzione, spiegano che "l'incontro con il ministro Gelmini ha sortito l'esito che ci aspettavamo: verrà rispettata la sentenza n. 41/11 della Corte Costituzionale, il successivo richiamo del presidente Napolitano e la sentenza del Consiglio di Stato, giunta ieri, proprio alla vigilia dell'incontro. I docenti precari - prosegue la nota - avranno la possibilità di trasferirsi nella graduatoria di un'altra provincia con l'inserimento a pettine e senza penalizzazione in coda.
Giudichiamo positivo anche l'intento di procedere alle immissioni in ruolo in tutti i posti disponibili e vacanti, con un piano triennale ancora da verificare e definire".

Fonte (TMNews)

giovedì 28 aprile 2011

Diritto della madre lavoratrice ad usufruire del congedo obbligatorio o di parte di esso dalla data d'ingresso del bambino nella casa familiare

In G.U. n. 16 del 13-4-2011 è pubblicata la Sentenza 4 aprile 2011 n. 116: Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Lavoro e occupazione - Lavoratrici madri - Ipotesi di parto prematuro con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o privata - Diritto della madre lavoratrice ad usufruire del congedo obbligatorio o di parte di esso dalla data d'ingresso del bambino nella casa familiare - Mancata previsione - Eccepita inammissibilita' della questione per richiesta di pronuncia additiva non costituzionalmente obbligata - Reiezione. - D.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, art. 16, lett. c). - Costituzione, artt. 3, 29, primo comma, 31 e 37..........

Ecco la sentenza:1a Serie Speciale - Corte Costituzionale n. 16 del 13-04-2011
CORTE COSTITUZIONALE
SENTENZA 04 aprile 2011, n.116
Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale.

Lavoro e occupazione - Lavoratrici madri - Ipotesi di parto prematuro
con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o
privata - Diritto della madre lavoratrice ad usufruire del congedo
obbligatorio o di parte di esso dalla data d'ingresso del bambino
nella casa familiare - Mancata previsione - Eccepita
inammissibilita' della questione per richiesta di pronuncia
additiva non costituzionalmente obbligata - Reiezione.
- D.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, art. 16, lett. c).
- Costituzione, artt. 3, 29, primo comma, 31 e 37.
Lavoro e occupazione - Lavoratrici madri - Ipotesi di parto prematuro
con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o
privata - Diritto della madre lavoratrice ad usufruire, a sua
richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute
attestate da documentazione medica, del congedo obbligatorio o di
parte di esso dalla data d'ingresso del bambino nella casa
familiare - Mancata previsione - Ingiustificata disparita' di
trattamento tra il parto a termine ed il parto prematuro -
Contrasto con i precetti costituzionali posti a tutela della
famiglia -Illegittimita' costituzionale in parte qua.
- D.lgs. 26 marzo 2001, n. 151, art. 16, lett. c).
- Costituzione, artt. 3, 29, primo comma, 31 e 37.

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:
Presidente: Ugo DE SIERVO;
Giudici: Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA ,
Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE,
Giuseppe TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, Giuseppe FRIGO,
Alessandro CRISCUOLO, Paolo GROSSI, Giorgio LATTANZI;
ha pronunciato la seguente

Sentenza
nel giudizio di legittimita' costituzionale dell'articolo 16 del
decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle
disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della
maternita' e della paternita', a norma dell'articolo 15 della legge 8
marzo 2000, n. 53), promosso dal Tribunale di Palermo nel
procedimento vertente tra C. C. e l'INPS ed altra con ordinanza del
30 marzo 2010, iscritta al n. 215 del registro ordinanze 2010 e
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 33, 1ª serie
speciale, dell'anno 2010.
Visto l'atto di costituzione dell'INPS;
udito nell'udienza pubblica del 22 marzo 2011 il Giudice relatore
Alessandro Criscuolo;
udito l'avvocato Antonietta Coretti per l'INPS.
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mercoledì 20 aprile 2011

Precari non abilitati, in realtà abilitati

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Che l’Italia fosse il Paese delle contraddizioni e paradossi è probabilmente risaputo, ma c’è una categoria di lavoratori che probabilmente detiene il record assoluto di incongruenze e stranezze.
Stiamo parlando dei cosiddetti “docenti precari non abilitati di III fascia”, etichetta che ha portato il Governo Italiano ad una serie impressionante di abusi ed ingiustizie perpetrate per anni sistematicamente nei loro confronti.

Ma come vuole la migliore tradizione italiana, le incongruenze incominciano già dall’inizio, ossia dal nome, perché questi docenti non solo sono da ritenersi idonei e formati, ma addirittura
*ABILITATI A TUTTI GLI EFFETTI ALLO SVOLGIMENTO DELLA PROFESSIONE*!

Sono infatti abilitati all’insegnamento tutti i Diplomati di Istituto e Scuola Magistrale entro il 2002. Ciò è ribadito chiaramente dal Decreto interministeriale 10 Marzo 1997, dal il Decreto Legge 297/1994, dal DPR323/1998 e un’infinità di altri decreti, leggi, circolari e note ministeriali.
Ai sensi della Direttiva Europea 36/05 è abilitato alla professione chiunque abbia un titolo valido allo svolgimento della stessa e almeno tre anni di esperienza lavorativa alle spalle. Premesso che il Decreto Ministeriale56/09 che ha istituito l’ultima riapertura delle graduatorie di Circolo e d’Istituto, nelle quali questi docenti sono inseriti, ribadisce chiaramente la validità all’insegnamento dei titoli in possesso di questi soggetti. Se ne deduce quindi pacificamente l’applicabilità di tale principio a tutti quegli insegnanti in possesso dei titoli di cui al DM 56/09 purché essi abbiano nel loro bagaglio professionale almeno tre anni di insegnamento.
Sono però altresì da considerarsi abilitati all’insegnamento anche tutti quei soggetti che seppur non in possesso ne di un diploma di Istituto Magistrale e nemmeno di un esperienza triennale di insegnamento, possanocomunque vantare il possesso di titoli conformi all’art. 2 del Decreto Ministeriale 56/09 che come citato pocanzi ha determinato il periodico riaggiornarsi delle Graduatorie d’Istituto.Ai sensi del Decreto Ministeriale27/2007
http://sites.google.com/site/midanazionale/riferimenti-normativi/elenco-decreti-leggi-art-costituzionali/d-m-n-27-del-15-marzo-2007 ha fissato i criteri di accesso alle graduatorie ad Esaurimento, ossia degli abilitati, *costituisce* *infatti TITOLO ABILITANTE* *di accesso alla graduatoria* “*il superamento di un esame […] anche ai soli fini di idoneità*”. *Detto in altre parole, chiunque sia in possesso di un qualsiasi titolo di studio considerato valido all’insegnamento è da considerarsi abilitato all’accesso alle graduatorie degli abilitati!* che

Per chi ancora avesse qualche dubbio in proposito, si fa sapere che in molti dei contratti sottoscritti dai “precari non abilitati” (giova a questo punto ricordare che non abilitati è il nome, perché di fatto come dimostratopocanzi essi sono tutti abilitati e idonei) e l’amministrazione scolastica che li ha assunti è riportato chiaramente che essi sono stati assunti in quanto soggetti idonei e che l’inidoneità allo svolgimento della professione è causa di risoluzione del contratto.
Non bastasse, si fa sapere che sono centinaia i certificati di idoneità rilasciati dai presidi ai “precari non abilitati” che ne hanno fatto richiesta ai fini della partecipazione del ricorso promosso da Adida avversoil Decreto sulla Formazione dei Docenti. In tali documenti i dirigenti, portavoce e rappresentanti del Ministro hanno certificato che il soggetto a cui è stato rilasciato tale certificato “*E’ ritenuto idoneo allo svolgimento della professione docente* […] *in quanto in possesso di titoli e diplomi conseguiti dopo un iter di studi tramite esame finale che ne certificano tale idoneità e formazione*.”

Detto in altre parole sono da considerarsi non solo idonei, ma pienamente abilitati all’insegnamento non solo i vincitori di concorso e i precari abilitatisi attraverso corsi ordinari e riservati, ma qualsiasi soggetto inpossesso di una formale idoneità alla professione.

A partire dal 2007, inoltre tutti questi docenti “non abilitati”* (solo di nome però) *ma idonei e quindi abilitati avrebbero dovuto poter beneficiare, insieme ai diplomatidi Scuola e Istituto Magistrale dell’accesso alle Graduatorie ad Esaurimento degli abilitati e quindi agli incarichi di ruolo*.
Ma così non è stato e a distanza di quattro anni, ancora si parla di precari non abilitati, categoria di docenti che di fatto non esiste, perché SONO TUTTI ABILITATI, si riserva a 40.000 precari con pluriennale esperienza un trattamento loro non consono e cosa ancora peggiore, con l’emanazione del Decreto sulla Formazione Iniziale dei Docenti, si obbligano tali soggetti a seguire un vero percorso a ostacoli al fine di conseguire un’abilitazione che di fatto già dovrebbero avere ma che implicitamente viene disconosciuta!
Questo decreto però non si limita a questo, ma va oltre. All’art. 15 comma 3 viene infatti ribadito che SOLO I TITOLI di cui al comma 1 manterranno la validità per l’inserimento nella III fascia delle graduatorie d’Istituto, quelle dei non abilitati per intenderci, invalidando quindi buona parte delle lauree e diplomi di tutti quei soggetti non inclusi in tale definizione.
Nessuno però può considerarsi del tutto al riparo dai devastanti effetti di questo decreto. Lo stesso articolo, intitolato “Misure transitorie e finali” lascia intendere che le disposizioni contenute nello stesso saranno temporanee. Questo vuol dire che in qualsiasi momento il Ministero potrebbe sancire la fine del periodo transitorio e di fatto fare tabula rasa di oltre 40.000 lavoratori e 300.000 possessori di lauree e diplomi che verrebbero definitivamente invalidate!
ADIDA (Associazione Docenti Invisibili da Abilitare)

sabato 26 marzo 2011

FIRMA ANCHE TU «l'Appello per l'immissione in ruolo dei precari della scuola»

Giudici contro la Gelmini: obbligatorio assumere i precari dopo tre anni di fila


Contatti scioperosilenziosoiuniscuola@... RICEVIAMO E VOLENTIERI DIFFONDIAMO [«La questione della stabilizzazione dei precari e del riconoscimento agli stessi degli scatti di anzianità finalmente comincia ad avere una sua risonanza mediatica, complici forse anche le numerose sentenze in tal senso favorevoli (recentissima la notizia della sentenza del Tribunale del Lavoro di Genova che ha condannato il Ministero dell’Istruzione a versare 500 mila euro a 15 lavoratori della scuola, settore in cui il precariato è elevato a sistema, con contratto a termine) ». Movimento Scuola Precaria chiede a tutte/i coloro che sono impegnati nella difesa della scuola pubblica di condividere, fare circolare e sostenere, anche solo con la propria firma, questo appello per l'immissione in ruolo dei precari della scuola insieme alla nostra proposta di piano di stabilizzazione, entrambi elaborati sulla base della direttiva europea e delle leggi italiane in materia di limitazione alla reiterazione di contratti a termine Qui http://www.forumscuole.it/msp/Tutti-in-ruolo troverete i moduli per raccogliere le firme ed una spiegazione più dettagliata del piano. Qui invece il link alla raccolta firme on-line http://www.firmiamo.it/per-il-ruolo ]

Leonardo Donofrio (foto) dello IUniScuola invita tutti gli aderenti alla VERTENZA NAZIONALE PER L'IMMISSIONE IN RUOLO DEI PRECARI DELLA SCUOLA a firmare la petizione PER L'IMMISSIONE IN RUOLO secondo la normativa europea Continua la vertenza IUniScuola: O la va o la spacca : Organizziamoci per tempo!...

«OneClassAction2008 è una vertenza nazionale promossa da IUniScuola per i precari della Scuola, mirante ad ottenere l'immissione in ruolo di tutti i Docenti Abilitati in servizio su posto comune o sul sostegno,con il titolo di specializzazione,degli ATA in graduatoria (24 mesi) , degli utilizzati per DSGA,per Ass.vo e Tecnico; e per sollecitare l'amministrazione scolastica a disporre la proroga del contratto di lavoro sino al 31 Agosto per Docenti e Ata in servizio su posto vacante... Vai al link »

Ultimo aggiornamento 31 marzo 2011

TUTTI DI RUOLO, NESSUNO INAMOVIBILE. UNA PROPOSTA SUI PRECARI (Pietro Ichino) La direttiva europea 70/99 vieta agli Stati membri che il contratto a termine sia utilizzato come strumento ordinario di assunzione dei lavoratori; e impone comunque la parità di trattamento fra assunti a termine e assunti a tempo indeterminato. Leggi Articolo Corriere della sera 31 marzo 2011

venerdì 25 marzo 2011

Giustizia: mediazione civile obbligatoria dal 20 marzo


"La mediazione? Semplice ed efficace" recita lo slogan della nuova campagna di comunicazione finalizzata a far conoscere alla cittadinanza lo strumento giuridico della mediazione civile per la risoluzione delle controversie, come alternativa al processo ordinario.
L'avvio della campagna di comunicazione coincide con l'entrata in vigore del decreto ministeriale che istituisce il registro dei mediatori.
Dal marzo 2011 il tentativo di mediazione fra le parti, in caso di controversie civili, diventa obbligatorio.
Il nuovo istituto giuridico intende disincentivare il ricorso in tribunale, per ridurre progressivamente l’arretrato che grava sul sistema giustizia.
Il procedimento di mediazione non è soggetto ad alcuna formalità ed è protetto da norme che assicurano alle parti l’assoluta riservatezza rispetto alle dichiarazioni e alle informazioni emerse. Tali informazioni non possono essere utilizzate in sede processuale, salvo esplicito consenso delle parti, e il mediatore (nominato non oltre quindici giorni dal deposito della domanda presso l’organismo di mediazione) è tenuto al segreto professionale.
Il procedimento di mediazione ha una durata non superiore a quattro mesi, trascorsi i quali il processo può iniziare o proseguire.
Per coloro che ricorrono alla mediazione sono previste agevolazioni fiscali: tutti gli atti relativi al procedimento sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura, in particolare, il verbale di conciliazione sarà esente dall’imposta di registro sino all’importo di 50.000 euro, altrimenti l’imposta è dovuta per la parte eccedente.
Dossier “Riforma del processo civile, mediazione delle controversie civili e commerciali”

giovedì 3 marzo 2011

Ecco la mappa delle 19.700 cattedre scolastiche in meno nel 2011-2012


[Meno 2.534 posti in Sicilia, meno 2.415 in Lombardia, meno 2.234 in Campania, meno 1.989 posti nel Lazio: complessivamente il prossimo 1° settembre le scuole riapriranno con 19.700 posti di insegnante in meno. Lo prevede la bozza di decreto sugli organici 2011-2012 che il ministero dell'Istruzione pubblicherà la prossima settimana]
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martedì 1 marzo 2011

Personale Docente a Ata, posti vacanti dopo le nomine 2010 in ruolo

PERSONALE DOCENTE esuberi e posti vacanti dopole nomine in ruolo
Nel dettaglio: Infanzia 4.197; Scuola primaria 4.719; Scuola secondaria di I grado 6729; posti di sostegno 5.431
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PERSONALE ATA esuberi e posti vacanti: nel dettaglio DSGA 1456;Ass. Amm.7467; Ass.tecn.2.429; Coll.Scolast.30.227 ...

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lunedì 21 febbraio 2011

Bandi di concorso per l'assunzione di personale ATA

Sono stati pubblicati dall'Ufficio Scolastico Provinciale di Milano i bandi dei concorsi per titoli per il personale A.T.A., per l’anno 2010/2011 e per i seguenti profili professionali: Assistente amministrativo, Assistente tecnico, Cuoco , Infermiere, Guardarobiere, Collaboratore scolastico.
I Dirigenti Scolastici a loro volta pubblicano gli stessi all’albo delle proprie Istituzioni scolastiche. Il termine di scadenza per la presentazione delle domande di aggiornamento e/o inserimento è fissato all'11.03.2011 Le domande recapitate a mano dovranno pervenire entro le ore 13.00 del giorno 11.03.2011
Ecco la comunicazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca- Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia-Ufficio XVII - Milano- Ufficio Personale ATA
Prot. n. MIUR AOOUSPMI R.U. 2165 del 9 febbraio 2011

Ai dirigenti delle istituzioni scolastiche di
Milano e provincia
Loro sedi
Alle OO.SS. di categoria
Loro sedi
All’albo
Sede
Oggetto: Pubblicazione concorsi per soli titoli per l’inclusione o l’aggiornamento del punteggio nelle graduatorie permanenti relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale A.T.A. - anno scolastico 2010/2011
Si porta a conoscenza delle SS.LL., con preghiera della massima diffusione tra il personale interessato, compreso il personale che a qualsiasi titolo sia temporaneamente assente dalla scuola, che sono stati emanati dalla Direzione Regionale della Lombardia, per la provincia di MILANO, i bandi di concorso sotto specificati:

PROFILO ASSISTENTE AMMINISTRATIVO
PROFILO ASSISTENTE TECNICO
PROFILO GUARDAROBIERE
PROFILO INFERMIERE
PROFILO CUOCO
PROFILO COLLABORATORE SCOLASTICO
PROFILO ADDETTO ALL’AZIENDA AGRARIA
I suddetti bandi di concorso saranno pubblicati all’albo di questo Ufficio in data 09.02.2011.
I Dirigenti scolastici, sempre in data 09.02.2011, dovranno pubblicare i bandi all’albo dell’istituzione scolastica.

Le domande di partecipazione ai concorsi sopra citati, devono essere presentate a questo Ufficio utilizzando gli appositi modelli allegato B1 (inserimento) e allegato B2 (aggiornamento).
Gli ulteriori modelli (allegato F e allegato H) vanno presentati entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di pubblicazione: 11.03.2011.

Il modulo di domanda (all. H) dovrà essere prodotto, documentando opportunamente lo stato di handicap, entro i termini previsti per la presentazione della domanda di inserimento/aggiornamento, dal solo personale A.T.A. che intende usufruire dei benefici dell’art.21 e dell’art.33, commi 5,6 e 7 della L.104/92.

Si richiama, inoltre, l’attenzione degli interessati sulla necessità di dichiarare, ad ogni rinnovo di domanda il diritto ad eventuali titoli di riserva e preferenza soggetti a scadenza.
L’aggiornamento del servizio per coloro che sono già inseriti nelle rispettive graduatorie, decorre dal giorno successivo alla scadenza del precedente bando (22 aprile 2010).

I requisiti di ammissione ed i titoli valutabili ai sensi delle tabelle annesse ai bandi di concorso, devono essere posseduti dai candidati entro la scadenza dei termini di presentazione delle domande. Si considerano prodotte in tempo utile le domande spedite a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, entro il termine sopra indicato, con l’avvertenza che, a tal fine, farà fede il timbro e data dell’ufficio postale accettante.

Le domande recapitate a mano dovranno pervenire entro le ore 13.00 del giorno 11.03.2011 ed essere consegnate all’Ufficio ricezione posta che rilascerà apposita ricevuta.
I suddetti bandi e la modulistica saranno consultabili sul sito INTERNET di questo Ufficio Scolastico Provinciale: http://www.milano.istruzione.lombardia.it/
Si raccomanda il personale interessato di redigere la domanda con la massima attenzione, poiché tutti i dati riportati nella domanda stessa, assumono il valore di dichiarazioni sostitutive di certificazioni, rese ai sensi dell’art.46 del D.P.R.445/00 . Si ricorda che le dichiarazioni non corrispondenti a verità possono avere conseguenze di carattere amministrativo e penale.
F.to il dirigente Luca Volontè

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giovedì 10 febbraio 2011

IUniScuoLa: Comunicato 17 novembre 2007


(Leonardo donofrio) I docenti precari storici aspettano il ruolo da anni ed in attesa chiedono il "costuminopescilime" per potersi muovere agilmente sul territorio nazionale e scrivono alla IUniScuola:

"PRECARI: FLESSIBILITÀ SI MA SENZA MERITO!!! Un brutto scherzo del Ministro Fioroni.
Chi vi scrive è un gruppo di docenti precari inseriti nelle Graduatorie Permanenti, trasformate in graduatorie ad esaurimento, a seguito del Decreto Dirigenziale del 16-3-2007 emanato dal Ministero della Pubblica Istruzione, per consentire sia l’inserimento di nuovi docenti che hanno conseguito l’abilitazione che l’aggiornamento ed il trasferimento di quelli già inseriti nelle graduatorie.

Il su citato decreto dispone che a partire dall’anno scolastico 2009/2010 è consentito solo l’aggiornamento del punteggio di merito e in caso di trasferimento ad altra provincia l’inserimento in coda alla graduatoria di destinazione. Il risultato? Un’intimidazione ai docenti precari su una loro futura libertà di trasferimento con negazione del merito e collocazione in coda alla graduatoria della provincia in cui intendono trasferirsi dall’anno scolastico 2009/2010 in poi.

Un’assurdità che annulla il merito e di fatto impedisce il trasferimento fra province.

La disposizione, infatti, interessa tutti i docenti delle scuole di ogni ordine e grado e contiene in sé una limitazione alla libertà riconosciuta sia dalla legislazione europea che dalla nostra Costituzione.

Tenendo presente che le motivazioni che possono indurre un docente precario a spostarsi da una provincia ad un’altra sono di varia natura (non certo per vezzo personale) i sottoscritti rivendicano il diritto alla libertà di movimento della forza lavoro su tutto il territorio nazionale, conservando i meriti acquisiti con personale sacrificio dalla classe docente precaria che intende esercitare la professione insegnante senza alcun ostacolo e alle stesse condizioni dei docenti di ruolo come previsto dal CCNL che all’art. 1 afferma il principio dell’uguaglianza dei docenti a contratto determinato con quelli a tempo indeterminato. Si evidenzia che la riapertura annuale delle graduatorie, operata nel passato fino all’anno scolastico 2003/04, realizzava tale uguaglianza.

I trasferimenti per il personale di ruolo sono attuabili annualmente, mentre, per i docenti precari sono possibili soltanto con l’apertura delle graduatorie e a caro prezzo!!!

Una procedura contraria al principio dell’uguaglianza sancito nel CCNL, uguaglianza che si realizza solo se i docenti precari conservano la libertà di poter chiedere il trasferimento di graduatoria, con reinserimento secondo merito, in una qualsiasi provincia italiana.

I docenti precari al pari dei docenti di ruolo si aspettano che ogni anno sia consentito loro di potersi trasferire, ove ritengono opportuno, nel rispetto del merito acquisito."
Leggi IUniScuola: Comunicato 17 novembre 2007