LA VOCE DEI PRECARI

Associazione Istruzione Unita Scuola

giovedì 16 dicembre 2010

In arrivo l'indennità di vacanza contrattuale ai supplenti della scuola

IUniScuoLa: Ecco il messaggio 170 del 15 dicembre 2010-Service Personale Tesoro
Oggetto: Applicazione vacanza contrattuale Comparto Scuola anno 2010/2011.
Si informa che con lavorazione del 6 dicembre 2010 questa Direzione ha provveduto all’applicazione dell’indennità di vacanza contrattuale relativa all’anno scolastico 2010/2011 per il personale non di ruolo appartenente al Comparto Scuola, erroneamente non riattribuita dall’inizio dell’anno scolastico.
Si riepilogano gli interventi effettuati in applicazione della suddetta lavorazione:

  • sono stati adeguati gli stipendi dal mese di gennaio 2011 con il codice 888/xxx relativo all’indennità in oggetto;
  • sono stati calcolati gli arretrati dall’inizio dell’anno scolastico, considerando anche più periodi relativi allo stesso dipendente;
  • gli importi di arretrato spettanti in applicazione della lavorazione sono stati registrati con il codice 4CK – arretrati vacanza contrattuale –.
    IL DIRIGENTERoberta LOTTI

mercoledì 8 dicembre 2010

La Walkiria scuote Milano «No ai tagli, salviamo la cultura»

«I proletari del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo guardano la città dall'alto del nuovo museo del Novecento. Chissà se Milano sta cambiando stagione?»

La cultura non si mangia e con la Divina Commedia non ci si riempie la pancia, ci ammonisce severamente il ministro Giulio Tremonti.
Però, come diceva il vecchio Lawrence Ferlinghetti, l’arte ha un «potere eversivo » che a volte scuote persino animi e platee assopite, più abituate all’happy hour e al circolo del bridge che non a pronunciamenti giacobini.
Fuoco, fiamme, lapilli e lava, la Walkiria di Richard Wagner ha scaldato i cuori della Scala, nella tradizionale «prima» di sant’Ambrogio, ma molto di più ha fatto il maestro Daniel Barenboim quando alle ore 17 in punto, vestito tutto di nero, in un look assai esistenzialista, è apparso solo sul palco, in un cono di luce. Poche parole, un appello per salvare la cultura, per evitare i tagli imposti dal governo. Un intervento breve chiuso ricordando l’articolo 9 della Costituzione che impegna la Repubblica a promuovere la cultura, la ricerca scientifica, a tutelare il patrimonio artistico.
Un forte applauso e poi è partito l’Inno nazionale Fratelli d’Italia con il presidente Giorgio Napolitano,il più acclamato della serata dentro e fuori il teatro, in piedi sul palco reale accanto al sindaco Letizia Moratti che si è portata il marito petroliere Gian Marco, generoso finanziatore della sua prossima campagna elettorale.
UN MESSAGGIO FORTE
Come spesso è accaduto nella storia della Scala anche questa «prima» è stata l’occasione per comunicare all’opinione pubblica, ai cittadini, alle istituzioniun messaggio che travalica il grande appuntamento musicale.
La Walkiria ha veicolato la protesta e la preoccupazione di attori, cantanti, musicisti, teatri e collettivi artistici, degli studenti di Brera che si sono ritrovati in piazza della Scala assieme agli immigrati della ciminiera di via Imbonati, ai lavoratori precari, a rappresentare un bel pezzo d’Italia per nulla garantita ma poco disposta ad abbassare la testa.
Il messaggio di Barenboim è arrivato subito a segno, ha colpito in platea e fuori, nei palazzi del potere. Tutto il mondo berlusconiano, nei saloni del Piermarini, si è premurato di esprimere una critica elegante ma esplicita alla riduzione delle risorse per la cultura. Il sindaco Moratti chiede un ripensamento, Bruno Ermolli, consulente della Fininvest e selezionatore di uomini per conto di Berlusconi, invita Bondi a non tagliare i fondi alla Scala. Già, e il ministro dov’è finito?
BONDI, DOV’È BONDI?
Bondi, attaccato da tutte le parti, è comprensibilmente a disagio, non si fa vedere a Milano, forse teme contestazioni. Il ministro, però, fa sapere di esser rimasto a Roma per votare la finanziaria come deve comportarsi un vero fedelissimo della maggioranza. Ma, allora, cosa ci fanno a teatro il ministro Paolo Romani e la sua collega di governo Michela Brambilla che arriva in colpevole ritardo insieme alla esuberante soubrette Valeria Marini («La Walkiria in tedesco? - sospira - Sì me l’hanno detto, mi sono fatta spiegare la storia, però »)?
Il sovrintendente Stephane Lissner commenta amaro: «Bondi? Avrà altro da fare». Poi precisa di non voler far polemiche,ma intanto si sono già mossi i vari Quagliarello, Gasparri e il leggendario Capezzone a difesa del maltrattato ministro. Le cinque ore della Walchiria scorrono via con qualche sofferenza per i neofiti, e l’amminstratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, il main sponsor del teatro, si è arrabbiato per la lunghezza e il testo in tedesco, poco adatto ad ospitare principi, emiri e odalische del petrolio. Ma, per l’anno prossimo, per le celebrazioni dell’unità d’Italia un bel Verdi o un Rossini non ce li toglie nessuno.
La serata si chiude con Napolitano che incontra una delegazione di lavoratori del teatro e poi, dopo applausi e fiori, tutti a mangiare il risottino. A pensarci bene, quest’anno il Sant’Ambrogio non è andato male. Il comune ha assegnato l’Ambrogino, tra gli altri, a chi si impegna nella solidarietà con i rom e a Maria Sciancati, leader della Fiom di Milano, che ha dedicato il riconoscimento «alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici».
Poi Albertini ha detto che si ricandida, creando il panico nel centrodestra.
E, infine, i proletari del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo guardano la città dall’alto del nuovo museo del Novecento. Chissà se Milano sta cambiando stagione?
L’Unità 08.12.10 - Rinaldo Gianola

lunedì 6 dicembre 2010

«Almeno lei, Direttore, sarà in grado di darmi risposte oggettive e valide ai miei quesiti?»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo lettera di un precario indirizzata all'Inps di Milano
«Gentile Direttore, vorrei portarla a conoscenza di una grave mancanza nei confronti della sottoscritta da parte della sede Inps di cui Lei è a capo, nonché di un grave episodio perpetrato sempre nei miei confronti da un impiegato dello stesso ufficio di Piazza Missori 8 di Milano.
Sono un’insegnante precaria, con contratto a T.D. in scadenza al 30 giugno 2010. Nel corso dell’a.s. 2009/2010 ho avuto il prolungamento del contratto, in quanto membro esterno dell’esame di Stato fino al 07/07/2010 presso l’Istituto Artemisia Gentileschi, via Natta 11 di Milano.
In data 8/07/2010, finite le operazioni relative all’esame di Stato, mi sono recata, previo appuntamento, presso lo sportello Inps appositamente allestito presso l’Istituto Gentileschi, dove ho provveduto a consegnare tutta la documentazione richiesta per ottenere il sussidio di disoccupazione, ricevendone in cambio l’attestazione dell’avvenuta consegna, come da fotocopia da me allegata alla presente raccomandata.
Non avendo ricevuto alla data del 29/08/2010 alcun compenso di sussidio di disoccupazione, il giorno 30/08/2010 ho telefonato alla sede Inps di Milano Missori per avere chiarimenti in merito, ed un impiegato mi ha risposto di rinviare per via telematica la domanda di disoccupazione, dicendomi – su mia espressa domanda - che sarebbe stata valida la documentazione precedentemente prodotta in data 8/07/2010.
Intorno alla metà di ottobre ho ricevuto una lettera della sede Inps di Milano Missori in cui mi si annunciava un pagamento di euro 347 euro a fronte della domanda di disoccupazione pervenuta in data 31/08/2010.
Non avendo ancora ricevuto nulla delle somme dovute relative ai mesi di luglio ed agosto per tutto il mese di ottobre, in data 11/11/2010 mi sono recata presso gli uffici di Milano Missori, piazza Missori 8, e l’impiegato dello sportello 4 mi ha invitata a tornare un’altra volta con il numero del mio personale Pin, con il quale risultava da terminale che la documentazione era stata effettivamente prodotta in data 8/07/2010. In data 22/11/2010 mi sono quindi nuovamente recata in piazza Missori 8 allo sportello 4 della sede Inps e lo stesso impiegato ha esordito negando di avermi mai potuto dire di portare il numero del Pin, per questioni legate alla privacy; al che gli ho detto che, se fosse stato un problema di privacy, il numero del Pin l’avrei digitato io al Pc. Dopo essersi allontanato per andare a consultare altri colleghi sul da farsi, è ritornato dicendo, testuali parole “Il suo è un caso noto…avendo compilato un’altra domanda ai nostri terminali risulta solo l’ultima domanda del 31/08/2010, pertanto l’indennità non le verrà corrisposta per il periodo precedente”.
Visibilmente provata da queste parole, ho esclamato “ se lei mi sta dicendo queste cose qualcuno dovrà pur rendermene conto”. L’impiegato mi ha immediatamente ripresa dicendo “basta che non mi metta di mezzo, altrimenti devo chiamare la guardia”- Stupita, ma ancora più avvilita per quest’affermazione, ho fatto per andarmene e lui, sempre lo stesso impiegato dello sportello 4, mi ha accompagnata sorridendomi in una maniera che mi è sembrata ancora più beffarda augurandomi “buona giornata”, che mi è risultata ancora più insultante visto come tale frase è stata espressa.
Premesso che la domanda è stata reinviata a tale ufficio una seconda volta su suggerimento di questa sede Inps, in assoluta buona fede da parte della sottoscritta e previa assicurazione da parte della persona che aveva ricevuto la telefonata che sarebbe stata tenuta valida la documentazione presentata in data 08/07/2010, che in seguito la sottoscritta si è recata per almeno 2 volte presso la stessa struttura di piazza Missori 8 e per altrettante volte la sottoscritta si è vista respingere le richieste di spiegazioni plausibili, trovo assolutamente ed estremamente inaccettabile che certi impiegati si permettano di proferire certe frasi, mancando di rispetto prima di tutto un essere umano, e per di più una lavoratrice che non chiede altro che vengano rispettati i propri diritti, in questo caso l’indennità di disoccupazione.
Resta comunque il fatto che dall’8 luglio 2010 al 31 agosto 2010 la suddetta sede Inps non ha provveduto al pagamento dovuto delle somme spettanti, compiendo dunque una pesante inadempienza.
Vorrei inoltre che qualcuno mi desse spiegazioni sul perché mi sia stato suggerito di riformulare la domanda dandomi espressamente garanzie sulla validità della documentazione prodotta in precedenza. Ed infine per quale motivo l’impiegato prima mi ha suggerito di portare il numero del Pin per poi successivamente negare di avermi dato tale suggerimento, peraltro minacciando di chiamare la guardia? Almeno lei, Direttore, sarà in grado di darmi risposte oggettive e valide ai miei quesiti?
In relazione a tutto quanto finora esposto, la sottoscritta chiede che le vengano corrisposte le somme dovute per il periodo luglio – agosto 2010.»
lettera firmata

giovedì 18 novembre 2010

Comune di Milano: trasparenza, valutazione e merito

Come previsto dalla Legge n. 69 del 18 giugno 2009, dal D. Lgs. n. 150 del 27 ottobre 2009 e successive modificazioni ed integrazioni, finalizzate a migliorare il rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione, il Comune di Milano rende disponibili on-line:

  • le retribuzioni annuali
  • i curriculum vitae
  • gli indirizzi di posta elettronica
  • i numeri telefonici ad uso professionale dei Dirigenti
  • i dati relativi ai tassi di assenza e presenza del personale aggregati per ciascun ufficio dirigenziale.

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martedì 16 novembre 2010

La scuola deve garantire il diritto allo studio di tutti e pari opportunità formative

«Non si possono dividere gli alunni in altre classi in mancanza di un docente e i Dirigenti scolastici devono chiamare il supplente anche per un giorno!»

Riceviamo da Caterina Altamore la nota Prot. n. AOODGPER 9839 con oggetto: «Supplenze temporanee del personale docente» e volentieri pubblichiamo

Ecco la nota del Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della RicercaDirezione Generale
per il personale scolastico Uff. III Prot. n. AOODGPER 9839 -Roma, 08 novembre 2010
Ai Direttori Generalidegli Uffici scolastici regionali
Oggetto: Supplenze temporanee del personale docente.
Si fa riferimento alle continue segnalazioni riguardanti la difficoltà delle istituzioni scolastiche nell'assicurare la piena funzionalità delle attività didattiche in caso di assenza temporanea del personale docente.Al riguardo, nel confermare le indicazioni già fornite con la nota n. 14991 del 6 ottobre 2009, si ribadisce l'obbligo di provvedere alla sostituzione di detto personale assente temporaneamente, prioritariamente con personale della scuola in soprannumero o con ore a disposizione o di contemporaneità non programmata in applicazione di quanto previsto dall'art. 28, commi 5 e 6, del CCNL/07 ed, in subordine, mediante l'attribuzione di ore eccedenti a personale in servizio e disponibile nella scuola fino ad un massimo di 6 ore settimanali oltre l'orario d'obbligo.
Ciò premesso, si ricorda che l’istituto delle ore eccedenti, considerato l'ammontare limitato delle risorse disponibili, annualmente definito e di celere esaurimento, ha natura emergenziale ed ha come finalità lo specifico obiettivo di consentire la sostituzione immediata e limitata nel tempo del docente assente, in attesa della nomina del supplente temporaneo avente diritto.
Pertanto, nel rispetto della normativa e delle procedure richiamate nella stessa nota, nel caso in cui le soluzioni indicate (sostituzione con personale in esubero, con ore a disposizione, con attribuzione di ore eccedenti nel limite delle risorse assegnate) non risultino praticabili o sufficienti, i dirigenti scolastici, al fine di garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche, possono provvedere alla nomina di personale supplente in ogni ordine e grado di scuola anche nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del CCNL e a 15 giorni nella scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in merito alla procedura semplificata per la nomina del supplente nella scuola dell’infanzia e primaria per assenze fino a 10 giorni dall’art. 5, c. 6 e art. 7, c. 7 del vigente Regolamento delle supplenze.
Appare opportuno richiamare l'attenzione sull'opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili.
Si segnala infine che la spesa per la sostituzione del personale assente non può essere coperta con le risorse del FIS, visti i vincoli specifici di destinazione previsti dal contratto stesso nell'utilizzo di tali risorse.
IL DIRETTORE GENERALEf.to
Luciano Chiappetta

martedì 9 novembre 2010

Convegno: Milano ... TUTTI A SCUOLA!


Leonardo Donofrio :
«Vi ricordo l’incontro pubblico Milano … tutti a scuola! »
Il diritto all’istruzione dei minori con disabilità
Mercoledì 10 novembre 2010 - ore 17 – 19
Sala Alessi – Palazzo Marino
Pzza Scala, 2Milano
SALUTO
Manfredi Palmeri - Presidente Consiglio Comunale – Comune di Milano
INTRODUZIONE
  • Ines Patrizia Quartieri - Presidente Commissione Pari Opportunità - Comune di Milano
    FOTO DI SCUOLA
    - La situazione

  • Mariolina Moioli Assessore Politiche Sociali - Comune di Milano

  • Giampaolo Landi di Chiavenna Assessore alla Salute - Comune di Milano

  • Massimo Pagani Assessore alle Politiche Sociali - Provincia di Milano

  • Rita Garlaschelli Coordinatrice Ufficio Integrazione Alunni Disabili. USP Milano

  • Antonella Costantino Responsabile UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Osp. Maggiore Policlinico
LA LEZIONE
- Quali diritti e quali doveri
Salvatore Nocera Vicepresidente FISH - Responsabile Osservatorio sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità FISHIL DIARIO
- Cosa accade nelle scuole e nelle famiglie




  • Donatella Morra Referente Gruppo di lavoro LEDHA scuola

  • Gaetano De Luca Avvocato del Servizio Legale LEDHACOMPITI A CASA
- I mezzi a disposizione delle famiglie




  • Livio Neri Avvocato dell’Associazione Avvocati per niente

  • Giovanni Merlo Direttore LEDHA Marco Rasconi - Presidente Ledha Milano coordinamentoassociativo della citta di Milano per i diritti delle persone con disabilità
CONCLUSIONI




  • Ines Patrizia Quartieri Presidente Commissione Pari Opportunità - Comune di Milano

  • Marco Rasconi - Presidente Ledha Milano

giovedì 4 novembre 2010

Il MIUR aumenta 129 posti per i precari nella provincia di Milano

«I posti aggiuntivi di sostegno in organico di fatto conferibili fino al 30.06.2011 passano da 2.021 a 2.150»

[Nota USP Milano Prot. MIURAOOUSPMI R. U. n. 19866 del 27/ 10 /2010-Organico di diritto solo il 56,09% dei posti sono conferibili sino al 31 agosto 2011.Nel dettaglio: 67,11% Infanzia; 50,50% Primaria;60.14% Secondaria d iI grado; 58,45% Secondaria di II grado.]
TU COSA NE PENSI? Dillo allo IUniScuola: info 388 3642614 oppure scrivere a iuniscuola.fr@alice.it
continua... leggi tutto
da Tuttoscuola Scarica il dossier sulla disabilità nella scuola

domenica 17 ottobre 2010

Centinaia di migliaia in piazza per dire no alle riforme di Sarkozy

Un forte e determinato il 16 ottobre
La lotta continua
La sera del quinto giorno di scioperi e proteste da settembre contro la riforma delle pensioni, il movimento espanso e ancorate sia il numero di società interessate da scioperi in varie forme, come il numero di dipendenti impegnarsi in azione.



Leggi il comunicato stampa

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mercoledì 13 ottobre 2010

Pensioni: Inpdap, abolire in p.a. Limite 65 anni e 40 contributi

IUniScuoLa.Inpdap, suggerisce di aumentare il periodo di attività, «sia prevedendo l'innalzamento dell'età pensionabile, sia garantendo ai giovani l'ingresso anticipato al lavoro».
Leggi PENSIONI: INPDAP, ABOLIRE IN P.A. LIMITE 65 ANNI E 40 CONTRIBUTI
«Audizione alla commissione Lavoro della Camera»Nel ciclo di audizioni tra le parti sociali sui temi del Libro Verde della Commissione UE: “Verso sistemi pensionistici adeguati sostenibili e sicuri in Europa”, Assoprevidenza (Associazione Italiana per la Previdenza e Assistenza Complementare) è stata udita in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Tra gli argomenti trattati dalla Commissione UE, vi è l’attribuzione di pari dignità ai due aspetti della sostenibilità e dell’adeguatezza delle pensioni, rivalutando in particolare il secondo profilo. Il mantenimento di un sistema di Welfare che garantisca trattamenti pensionistici adeguati oltre che sostenibili rappresenta, infatti, uno strumento prezioso per rafforzare la coesione sociale. Circa l’ipotesi di definizione del “reddito di pensione adeguato”, potrebbe essere utile la definizione, condivisa con gli Stati stessi, di criteri omogenei, per la definizione (nazionale) di livelli minimi di adeguatezza e in particolare:
•le prestazioni devono essere corrisposte in via prevalente sotto forma di rendita mensile, così come avviene per le pensioni di base;
• l’importo della pensione complessiva (base+complementare) non può essere inferiore alla soglia di povertà; • il concetto di adeguatezza è legato all’idea di mantenimento del livello di vita raggiunto prima del pensionameto;
• l’adeguatezza della prestazione al momento della liquidazione deve essere mantenuta nel tempo tramite meccanismi di rivalutazione degli importi in relazione all’andamento del costo della vita. Sono stati affrontati anche temi quali:
• l’aumento dell’età pensionabile. Introdurre nei sistemi pensionistici meccanismi di adeguamento automatico dell’evoluzione demografica;
• come può essere utilizzata la strategia “Europa 2020” per promuovere l’allungamento della vita attiva e i suoi vantaggi per le imprese e lottare contro la discriminazione in base all’età sul mercato del lavoro?
• come andrebbe modificata la direttiva sugli enti pensionistici aziendali o professionali per migliorare le condizioni dell’attività transfrontaliera?
• a quali regimi dovrebbero applicarsi le misure adottate dall’Unione europea per eliminare gli ostacoli alla mobilità?
• è necessaria una revisione dell’attuale legislazione europea che garantisca una regolamentazione e un controllo coerenti dei regimi pensionistici a capitalizzazione (cioè finanziati da un fondo di attivi) e dei loro prodotti? Se si, quali sono gli elementi da rivedere?
• come potrebbero la regolamentazione europea o un codice di buona pratica aiutare gli Stati membri a raggiungere un migliore equilibrio tra rischi, sicurezza e accessibilità finanziaria per i sottoscrittori di risparmi pensione e gli enti pensionistici?
• quali dovrebbero essere le caratteristiche di un regime di solvibilità equivalente per i fondi pensione?
• è necessario rafforzare la tutela prevista dalla legislazione europea in caso di insolvenza dei datori di lavoro promotori di regimi pensionistici?
• attuali prescrizioni minime relative alle informazioni da fornire sui prodotti pensionistici (per es. in termini di comparabilità, standardizzazione, chiarezza)?
• è necessario che l’Unione europea definisca un orientamento comune;
• è necessario rafforzare il quadro di coordinamento a livello dell’Unione europea? Se si, quali elementi devono essere rafforzati per migliorare la concezione e la realizzazione della politica delle pensioni mediante un approccio integrato? La creazione di una piattaforma per un monitoraggio integrato di tutti gli aspetti della politica delle pensioni sarebbe un utile passo avanti?
Comunicat0 Stampa 07/10/2010 Assoprevidenza tà pensionabile, sia garantendo ai giovani l'ingresso anticipato al lavoro»

sabato 9 ottobre 2010

Precari Scuola. «Ci siamo. Mancava solamente il duce!»

«Cittadini :: Attuazione Patto territoriale sui precari della ...
... stato sottoscritta l’integrazione al Patto Territoriale per i Precari Scuola del ... oppure uno o più rinnovi sul medesimo posto, fatti salvi eventuali diversi ...»



«Ci siamo. Mancava solamente il duce!
Dopo una manomissione della fotografia originale per renderla, anche se vagamente, somigliante al direttore responsabile che, comunque, ha messo in moto i suoi legali per la salvaguardia della propria immagine, R.T. ha parlato con Benito Mussolini»(>>> ASASI
)

BENITO MUSSOLINI RILASCIA UN’INTERVISTA ALL’ASASi!

«Mentre armeggiavamo col tavolino a tre gambe per evocare un governante del passato, si è materializzato lo spirito del Duce (forse per la vaga somiglianza col nostro direttore responsabile) e ne abbiamo subito approfittato per una veloce intervista:
ASASi: Presidente Mussolini, cosa pensa dell’attuale scuola italiana?
Mussolini: Francamente non sono il governante più indicato a esprimere giudizi. I disastri che ho provocato sono stati epocali: dalle guerre coloniali all’assassinio Matteotti, dalle leggi razziali alla seconda guerra mondiale. Devo però ammettere che ai miei tempi la scuola funzionava meglio, gli studenti erano educati e rispettosi e si assoggettavano a sacrifici immensi per studiare. L’impostazione gerarchica della struttura ministeriale aveva il vantaggio di responsabilizzare
individualmente le persone. Inoltre la scuola era veramente l’occasione per migliorare le condizioni di vita dei giovani e la loro mobilità sociale.
ASASi: Duce, cosa pensa del sindaco di Adro che ha riempito la scuola elementare di 700 simboli della Lega Padana?
Mussolini: penso che sia un povero ignorante che non conosce il concetto di “Res Pubblica”. Io non ho mai soppresso il tricolore per sostituirlo col Fascio. Il mio amico Adolf lo fece con la croce uncinata, ma non ho mai condiviso questa scelta. Un sindaco è il sindaco di tutti i cittadini, non di quelli leghisti. Chi semina vento raccoglie tempesta ed io ne so qualcosa. Anche sull’uso dell’acronimo S.P.Q.R., credo che un ministro non possa dare esempio di volgarità ai giovani. Ho fatto fucilare delle persone per molto meno.
ASASi: cosa pensa della CGIL che ha indetto lo sciopero della “prima ora dell’8 ottobre”?
Mussolini: il mio modesto parere di parte è che la CGIL organizzi scioperi contro gli studenti, le famiglie e il diritto allo studio, invece che organizzare azioni di lotta contro il governo. Scioperare senza dare l’adesione preventiva significa solo lasciare gli studenti un’ora nella strada, facendo incavolare i genitori che poi si portano i figli nelle scuole private, dove non esiste il casino che c’è nella scuola pubblica. La strategia della CGIL, nella scuola come in fabbrica, è di rendere ingovernabile la struttura, senza capire che la conseguenza di quest’azione è il decadimento e la morte della stessa. Il Ministro Gelmini avrebbe potuto facilmente togliere l’esonero ai sindacalisti e rimandarli a lavorare, per fargli toccare con mano quanto sia difficile operare in un ambiente anarchico e comunardo. Se non l’ha fatto è perché è convinta che il sindacato stia distruggendo la scuola pubblica più velocemente di quanto possa farlo lei. Del resto io stesso sono il
prodotto dell’anarchia generata dal “Biennio Rosso”. Un altro po’ d’anarchia e anche voi vi ritroverete con un nuovo Mussolini.
ASASi: Quindi lei pensa che il nostro Ministro non sia realmente impegnato a elevare i livelli di
apprendimento nella scuola statale?
Mussolini: Io credo che attualmente stia valorizzando le scuole delle Orsoline, di Comunione e Liberazione, dell’Opus Dei al Nord e i diplomifici al Sud (ha appena assegnato 5 mln di euro alle scuole paritarie per ampliare l’offerta formativa). Ma forse, semplicemente, non conosce come funziona la scuola, si affida a docenti universitari poco competenti nello specifico, e i suoi
interventi vanno in direzione contraria alle sue intenzioni.
ASASi: come vede il futuro della scuola italiana?
Mussolini: Spero che questo Governo non compia gli stessi errori del mio, rinunciando a una scuola laica e pluralista, ove tutte le idee possano confrontarsi nel reciproco rispetto. Ma non vedo luce in fondo al tunnel. Se era necessario tagliare 25.558 precari, non era però
opportuno creare in aggiunta 40.000 soprannumerari di ruolo che pur sempre bisogna stipendiare, anche se sono stati mandati in giro dispersi tra le scuole di provincia.
Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza sacrosanta, e ha un bel dire la Gelmini che non è successo niente. Vedo che anche quest’anno dalle risorse per l’offerta formativa (l.440) sono stati sottratti 11 milioni di euro, dal potenziamento per la lingua italiana e inglese sono stati tolti 7 milioni, dall’alternanza scuola - lavoro sono eliminati 6 milioni, per l’educazione ambientale e alla
legalità si passerà da 15 a 7,4 milioni di euro. Le cifre dimostrano scarsa coerenza tra proclami e fatti.
ASASi: Dux, lei avrebbe proposto l’attuale decreto salva precari?
Mussolini: Sono Padani Questi Romani (la Gelmini è di Brescia ndr)! Ma che senso ha prima licenziare i precari e poi finanziare il decreto salva precari? Ma lo sapete che l’INPS paga l’80% dello stipendio ai precari che non lavorano e che il decreto salva precari è un totale fallimento? Lo sapete cha a Palermo prima hanno fatto lavorare i precari e ora li stanno obbligando alla
formazione? Io diedi ordine al Prefetto Mori di torturare i mafiosi, ma mai mi sono sognato di ordinare la tortura dei precari con finti aggiornamenti e dosi massicce di slides!!!
R.T. »

martedì 5 ottobre 2010

Giudici contro la Gelmini: obbligatorio assumere i precari dopo tre anni di fila


Raccogliamo i contratti e andiamo Bruxelles visualizza file http://www.facebook.com/leonardo.donofrio?ref=name#!/event.php?eid=120620657980797 Una sentenza del tribunale di Siena potrebbe costringere lo Stato a migliaia di assunzioni non previste nella scuola I precari della scuola avranno un'arma in più da spuntare nella battaglia che li vede contrapposti al ministero guidato da Maria Stella Gelmini. Un giudice del lavoro del tribunale di Siena, infatti, ha stabilito che anche nel pubblico impiego, quindi nella scuola, deve essere applicata la normativa comunitaria che prevede l'assunzione a tempo indeterminato dopo tre contratti consecutivi nella stessa sede lavorativa. Soprattutto, ha spiegato il giudice, se si tratta di un posto di lavoro privo di titolare. La sentenza, emessa dopo la denuncia di una docente assunta dall'Usp (l'ex provveditorato) per sei anni di seguito, rischia di mandare a pezzi i piani del Miur e del governo sul fronte scolastico. La sentenza, se applicata a livello nazionale, avrebbe effetti catastrofici per le casse dello Stato, che proprio attraverso i tagli alla scuola stanno ottenendo delle sensibili riduzioni di spesa: nel 2009/10 furono 116.973 i docenti assunti per tutto l'anno, di cui oltre 20mila fino al 31 agosto, a cui vanno aggiunti almeno altri 60mila amministrativi, tecnici ed ausiliari, sempre con supplenza almeno fino al termine delle lezioni.Secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, che ha avviato il nuovo anno con una campagna nazionale contro la precarietà, con questa sentenza "ora si attendono migliaia di richieste avanzate dal nostro sindacato in tutta Italia per la stabilizzazione di docenti e Ata. Entro la fine dell’anno scolastico saranno possibili nuove immissioni in ruolo, disposte dai giudici del lavoro". 04/10/2010 http://www.libero-news.it/news/502794/Giudici_contro_la_Gelmini__obbligatorio_assumere_i_precari_dopo_tre_anni_di_fila.html

venerdì 1 ottobre 2010

Miur: «ordinanza Consiglio di Stato su orari non incide su attività didattica»

«L'ordinanza 4413/2010 non dovrebbe avere effetti sugli organici e sull'attività » «il Miur dovrà semplicemente tener conto del parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (parere non richiesto precedentemente) nella determinazione degli organici»
«A Milano ancora classi con orario ridotto delle lezioni per mancanza di insegnanti»
Tuttoscuola
ha dato notizia oggi dell'ordinanza con la quale il Consiglio di Stato impegna il "Miur a rideterminare gli orari delle classi intermedie degli istituti tecnici e degli istituti professionali (il Miur non potrebbe esimersi dal rideterminarsi sulla definizione dell'orario complessivo annuale delle lezioni delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle seconde e terze classi degli istituti professionali)".
Altri, nel darne notizia, si sono spinti a ritenere che vi sarà ora una revisione anche degli organici del personale docente con contraccolpi sull'organizzazione delle attività didattiche.
Il Miur, in proposito, è uscito con il seguente comunicto stampa con il quale smentisce e puntualizza gli effetti dell'ordinanza sugli organici.
"La notizia secondo la quale il Ministero debba rivedere completamente tutti gli organici delle classi 2°, 3° e 4° degli Istituti tecnici e professionali è priva di ogni fondamento.
Secondo la sentenza del Consiglio di Stato il Miur dovrà semplicemente tener conto del parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (parere non richiesto precedentemente) nella determinazione degli organici per le classi a cui fa riferimento la sentenza. Non si verificherà quindi alcun cambiamento nell'attività e nella programmazione scolastica prevista".

giovedì 16 settembre 2010

Il sindacato Iuniscuola invece pretende «un commissario ad acta per il provveditorato in modo da garantire la trasparenza delle operazioni».


15-09-2010 Il Giorno:
[All'appello mancano i docenti Orari ridotti e cattedre fantasma
PRIMA CAMPANELLA Sono oltre 400 mila gli studenti tornati sui banchi di scuola
di LUCA SALVI

MILANO ORARI RIDOTTI nella prima settimana a causa delle cattedre fantasma.
Docenti di sostegno che mancano all'appello.
Elenchi delle disponibilità di posti imprecisi e incompleti.
Oltre un migliaio di posti assegnati non ancora coperti dai docenti, o per ragioni burocratiche o perché nel frattempo sono stati nominati da altri provveditorati regionali.
«Tutti gli organici saranno pronti per l'inizio delle lezioni», aveva promesso il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio.
Ma a Milano molte scuole aspettano ancora due o più cattedre.
All'Istituto professionale Cavalieri, in via Olona e nella succursale di Famagosta, la prima settimana prevede solo 4 ore al giorno. Ai licei Einstein e Marconi mancano due docenti. Così anche al nuovo liceo musicale al Tenca. All'Ipsia Carlo Porta mancano ancora due cattedre, all'Itis Galieli un docente di sostegno, così come all'Itis Feltrinelli e all'Itc Sraffa-Luxembourg. In provincia non va meglio. Solo due cattedre assegnate finora per 30 studenti disabili all'Ipsia Meroni di Lissone, solo una all'Itc Gandhi di Desano Brianza. E la lista si può allungare con l'ora alternativa alla religione. Nelle medie mancano docenti per gli alunni che dovesse scegliere di non frequentare la materia. Intanto i precari continuano il loro presidio davanti al provveditorato e oggi alle 16 consegneranno un elenco di posti disponibili ma non per gli elenchi delle scuole polo in cui venivano assegnati gli incarichi. «Abbiamo telefonato alle scuole, chiesto ai colleghi, monitorato i nostri istituti rivela Miriam del Movimento scuola precaria e sono saltate fuori tante cattedre. Qui si andrà ben oltre il 13 settembre con le nomine». A TUTTO QUESTO si aggiungono i tagli ormai resi pubblici. Di fronte a un aumento di 6.161 studenti nelle scuole statali milanesi (totale: 433.364), sono diminuiti i docenti: 731 quelli di ruolo in meno. I sindacati sono in fermento. La Flc-Cgil, la Cisl e la Uil chiedono un incontro urgente con Colosio. «Ora sarà un gioco al massacro spiega Attilio Paparazzo, segretario provinciale perché le nomine passano ai presidi ma con le disponibilità ancora incerte e i presidi che scorreranno gli elenchi indipendentemente l'uno dall'altro si rischia solo confusione. E a rimetterci saranno i precari». Il sindacato Iuniscuola invece pretende «un commissario ad acta per il provveditorato in modo da garantire la trasparenza delle operazioni».]

domenica 12 settembre 2010

Primo giorno di scuola: chi manca all'appello?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
mercoledì 15 SETTEMBRE, ORE 16.00
«I precari della scuola insieme a studenti e genitori si recheranno presso l'UST per chiedere dove sono i docenti e i collaboratori scolastici che ancora mancano nelle scuole.
Scarica il volantino con le richieste, mettilo a scuola e vieni con NOI!
A Milano vogliamo avanzare delle richieste precise all'USR, fra le quali il blocco del patto territoriale, una maggiore trasparenza nelle operazioni di nomina provinciale e di gestione delle graduatorie d'istituto ed una integrazione immediata dell'organico, a partire da quello di sostegno. Per questo:
1) Fin dal primo giorno facciamo entrare la protesta nelle nostre scuole: scarichiamo il materiale informativo disponibile e i volantini da affiggere nelle bacheche sindacali

2) Fin dal primo giorno di scuola monitoriamo l'organico mancante: quante cattedre sono scoperte? Quante aule sovraffollate? Quanto personale manca rispetto all'anno precedente? Chi manca a scuola?

3) Verifichiamo l’eventuale disponibilità di cattedre o spezzoni non presenti negli elenchi dell’USP, anche telefonando alle scuole in cui abbiamo lavorato gli anni precedenti

4) Raccolti quanti più dati significativi possiamo, chiediamo alle rsu della nostra scuola di indire subito delle assemblee nelle scuole, aperte a genitori e studenti

5) Incontriamoci e chiediamo subito all’USP di rendere conto di tutte le omissioni e di tutte le irregolarità. Mercoledì 15 settembre troviamoci di fronte l’USP alle 16.00 per recapitare all’ufficio del direttore regionale il documento con le nostre rivendicazioni ».

Per saperne di più. clicca QUi

FINITO LO SCIOPERO CONTINUA LA FAME!


Continua la protesta estrema

Ecco il comunicato -11 settembre 2o1o
Al 4° giorno di sciopero della fame i precari decidono di passare la staffetta alla piazza...
ORA TOCCA A VOI!SABATO 11 SETTEMBRE GRANDE MANIFESTAZIONE CITTADINA IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICACONTRO I TAGLI INFLITTI DA QUESTO GOVERNOI PRECARI DELLA SCUOLA DI MILANO INVITANO TUTTI I CITTADINI, LAVORATORI, ASSOCIAZIONI SINDACALI E POLITICHE
A PARTECIPARE

SABATO 11 RITROVO ORE 15 PIAZZA MISSORI MILANO
e alla fine, sotto il provveditorato, raccolta libri di testo per
gli studenti rimasti senza docenti: portate i vostri!


Movimento Scuola Precaria e Presidio Permanente dei lavoratori della Scuola

lunedì 14 giugno 2010

Sciopero del 14 e 15 giugno. In quante scuole?

creato da Claudio Nicrosini Ultima modifica 14/06/2010 19:06
In quante scuole saranno sospesi gli scrutini? Un primo elenco: invia una mail e aggungi la tua scuola...
Nelle giornate di lunedì 14 giugno e martedì 15 giugno un buon numero di scrutini saranno fermati nelle scuole del milanese. In molte scuole saranno sospesi tutti gli scrutini o la maggioranza di essi.Un primo elenco delle scuole coinvolte dallo sciopero:
Allende – Milano, Arcadia Pertini – Milano, Argentia - Gorgonzola Bellisario – Inzago,
Bertarelli – Milano, Besta - Milano, Bramante - Magenta (?), Brera – Milano,
Capponi – Milano, Cattaneo - Milano Cremona – Milano, Curie – Cernusco,
Curie – Milano, Curie – Tradate (Varese), Einstein – Milano, Einstein - Vimercate,
Elsa Morante - Limbiate Erasmo da Rotterdam - Bollate, Falck - Sesto San Giovanni,
Ferraris Pacinotti – Milano, Floriani Olivetti - Vimercate, Gadda - Paderno Dugnano,
Galvani – Milano, Giorgi - Milano, Gramsci - Milano, Ilaria Alpi – Milano,
Leonardo da Vinci – Milano, Locatelli Oriani - Milano, Luxemburg – Milano,
Majiorana – Rho, Mapelli - Monza, Marconi – Gorgonzola, Marconi – Milano,
Maxwell – Milano, Moreschi – Milano, Mosè Bianchi – Monza, Olivetti – Rho,
Oriani Mazzini – Milano, Pacinotti - Milano, Pascal - Milano Pasolini - Milano
Piero della Francesca – Melegnano, Primo Levi - San Donato Righi – Corsico,
Settembrini - Milano Steiner – Milano, Tenca – Milano, Tito Livio – Milano,
Varalli – Milano, Verri – Milano, Virgilio – Milano,
Movimento Scuola Precaria - Milano (ccordinamento precari della scuola)http://www.forumscuole.it/msp/sciopero-del-14-e-15-giugno-in-quante-scuole/mail: assembleascuolaprecaria@gmail.comgruppo facebook: "io sto coi precari"per info e contatti: 347-2492762

sabato 5 giugno 2010

QUANTO CI COSTANO I SINDACALISTI IN ESONERO NELLA SCUOLA?

«Visualizza>>>[Modulo di disdetta sindacale] e[indirizzi Direzione prov. Tesoro per l'invio della disdetta]»

«Ripreso dal sito web dell' ASASI - Rete delle scuole autonome della Sicilia»

«42.518.112 quarantadue milioni cinquecento diciottomila centododici euro.
Quanti sono i sindacalisti in esonero, per il 2009/10? Ovviamente dobbiamo moltiplicare il loro numero per 13 mensilità.
Poi aggiungere il personale che li sostituisce, questi soldi li paghiamo noi, con le nostre tasse, ci riducono lo stipendio, tenendolo fermo per tre anni, ci fanno saltare un contratto, non intendiamo pagare lo stipendio a persone esonerate dai sindacati ma pagate dallo Stato, cioè da tutti noi. Quello che so è con 1/3 dei loro bilanci, i sindacati potrebbero tranquillamente pagare i loro sindacalisti in esonero.
Invitiamo i colleghi ad attrezzarsi per una campagna di denuncia pubblica attraverso la rete, attraverso la politica, la stampa attraverso leader opinion noti, penso ad esempio a Beppe Grillo.
Questo accade solo in Italia e nel settore pubblico, nel settore privato i sindacalisti sono a carico dei sindacati come all’estero. Non basta aver ridotto il numero al 45%, gli esoneri, lo ripeteremo fino alla noia, non devono ricadere sulla collettività.
Mi auguro che i sindacati diano il buon esempio in un momento di crisi economica.
Ecco una scheda tecnica in cui calcoliamo i costi degli esoneri dei sindacati della scuola rappresentativi.
Nel settore scuola il 15% del primo anno dall'1.1.2009 è
il seguente:
- CGIL da 304 a 258
- CISL da 292 a 248
- SNALS da 211 a 179
- UIL da 145 a 123
- FGU da 71 a 60
Consideriamo 1.800 euro lo stipendio del sindacalista esonerato (in media) e 1.100 euro lo stipendio di chi lo sostituisce (sempre in media). I sindacalisti esonerati nella scuola solo per il 2010/2011 sono 868.
La cifra è 42.518.112 quarantadue milioni cinquecento diciottomila centododici euro.
Questi soldi li paghiamo tutti noi ma non è giusto e sarebbe ora che fossero a carico del sindacato come avviene nel settore privato e all'estero».

di Libero Tassella

mercoledì 2 giugno 2010

Pensionamenti previsti in provincia di Milano dal 1° settembre 2010 - divisi per classe di concorso

Dal Movimento Scuola Precari
Previsioni dell'USP di Milano
In allegato, le tabelle per scuole medie e superiori, che includono:
- numero di docenti di ruolo per classe di concorso
- numero di nomine per classe di concorso
- pensionamenti previsti per classe di concorso
"I dati ci sono stati forniti dall'USP di Milano - e possono essere soggetti a variazioni (prestare attenzione a questo aspetto!).
In ogni caso, sulla base di queste tabelle è possibile effettuare delle prime stime sui licenziamenti dell'anno prossimo - divisi per classe di concorso.
Nei prossimi giorni, come msp, presenteremo alcune proiezioni generali relative ai licenziamenti (mancate assunzioni alle prossime convocazioni dal provveditorato).
Ogni contributo o segnalazione relativa alla singola classe di concorso potrà essere utile per
perfezionare queste proiezioni.
Per il futuro, il nostro intento è di monitorare con costanza ed attenzione l'andamento dei tagli, e le "mosse" del provveditorato per applicarli. Per svolgere questo lavoro, però, sarà necessario avere dei referenti nel maggior numero possibile di classi di concorso
Leggi Pensionamenti previsti in provincia di Milano - divisi per classe di concorso

sabato 29 maggio 2010

LAVORO, BORSELLINO: “L’UE CHIEDE CHIARIMENTI ALL’ITALIA SUI PRECARI ATA”


La Commissione europea chiede al Governo italiana “chiarimenti sull'applicazione della normativa agli ausiliari tecnici amministrativi delle scuole pubbliche”. E’ quanto emerge dalla risposta che il commissario europeo per l’Impiego, Laszlo Andor ha inviato al deputato Rita Borsellino, che nelle scorse settimane aveva presentato un’interrogazione sulla situazione contrattuale del personale Ata. “La Commissione – dice la Borsellino – ha ricordato che l’Italia, nel recepire la direttiva del ’99 sul lavoro a tempo determinato, ha previsto che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano considerati contratti a durata indeterminata. Pertanto, non si spiega come migliaia di ausiliari delle nostre scuole continuino a lavorare in una sorta di precariato a vita”. Da qui, la decisione di Bruxelles di inviare una richiesta di chiarimenti al Governo italiano.
Per Nadia Spallitta, capogruppo di Un’altra Storia al Comune di Palermo, “quello del precariato è un fenomeno tutto italiano che contrasta con i più elementari principi della nostra Costituzione e con le norme europee. La Commissione europea – continua - conferma che la maggioranza dei dipendenti che appartengono alla categoria del personale Ata hanno maturato il diritto alla conversione del loro rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Ci attiveremo in tutte le sedi per la tutela del loro diritto”.
Per saperne di più,visualizza il sito web di Rita Borsellino

giovedì 27 maggio 2010

Un lavoro dignitoso è un diritto di ogni persona

[La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - approvata e proclamata il 10 dicembre 1948 dall'Assemblea delle Nazioni Unite - sia uno dei documenti più ignorati e inapplicati che la storia ricordi]
Inefficienza economica e discriminazione sociale: sono queste le due conseguenze principali dell'incapacità di promuovere programmi idonei a sostenere e a rafforzare l'inserimento sul mercato del lavoro di persone con disabilità anche potenzialmente produttive. E ciò può anche spiegare in gran parte la stessa crescita della spesa destinata all'invalidità civile. Eppure le leggi e i trattati - nazionali e internazionali - non mancano di certo, ma spesso continuano a restare "lettera morta"

La crescita della spesa per gli emolumenti di invalidità civile scaturisce in gran parte dall'incapacità di promuovere programmi idonei a sostenere e a rafforzare l'inserimento sul mercato del lavoro di persone anche solo potenzialmente produttive, creando in tal modo una fonte di inefficienza, sia da un punto di vista economico che sociale.
Da un punto di vista economico, infatti, si generano inutili sprechi di risorse e costi aggiuntivi per alimentare un sistema assistenzialista che non promuove la produttività di persone a vario titolo svantaggiate. Da un punto di vista sociale, invece, è palese come la promozione all'accesso al lavoro sia condizione necessaria per l'affermazione della propria identità e dignità umana. Sarebbe necessario, dunque, che le istituzioni, a tutti i livelli di governo, si adoperassero per accrescere l'inclusione sociale e la diretta partecipazione delle persone con disabilità.

Per quanto riguarda la normativa, l'Italia viene annoverata tra i Paesi più avanzati nel campo dell'affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Il nostro ordinamento, infatti, già con la Legge quadro 104/92 e con la Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), ha inteso garantire il pieno rispetto della dignità e i diritti di libertà e autonomia delle persone con disabilità e successivamente, con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, entrata a far parte dell'ordinamento giuridico italiano tramite la Legge 18/09, vi è l'impegno - a livello internazionale - a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali per tutte le persone con disabilità, senza discriminazioni di alcun tipo. Ma le leggi da sole non bastano e troppo spesso restano "lettera morta".

Un lavoro dignitoso è un diritto di ogni persona e consente di rispondere a una molteplicità di bisogni che incidono direttamente sulla qualità del progetto di vita: dalla sicurezza del reddito all'autorealizzazione di sé. L'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, riconosciuto e sostenuto dall'Unione Europea con il Trattato di Lisbona, oltre che produrre vantaggi a favore delle comunità in termini di coesione sociale e qualità della vita, consente un risparmio di risorse pubbliche investite in servizi di cura e di contenimento che ne fanno uno dei migliori esempi di politiche sociali, passando da politiche passive a politiche attive di inclusione.
Su un altro versante si può dire anche che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - approvata e proclamata il 10 dicembre 1948 dall'Assemblea delle Nazioni Unite - sia uno dei documenti più ignorati e inapplicati che la storia ricordi.
Essa rimane però uno dei momenti più alti espressi dall'ONU; basta citarne l'articolo 25: «Ogni individuo ha diritto ad un tenor di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia [...]; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà».
(di Mauro Curioso) Fonte Superando.it

mercoledì 5 maggio 2010

Al Ministro Mariastella Gelmini, ma si può dire “vipero” se sputo un pò di veleno?

Parole a vuoto sul D.M. n. 100 del 17 dicembre 2009 (ripreso dal Blog di Rosario Russo)

Premetto che con la scuola non ho nulla a che fare tranne che per i trascorsi da studente però, avendo una moglie che ha ben cinque abilitazioni per l’insegnamento a vario titolo nella scuola dell’infanzia, elementare, media e superiore, mio malgrado ho dovuto effettuare una full-immersion nelle viscere dei regolamenti, dei Decreti e delle Leggi che governano questo mondo ai più sconosciuto e nella fattispecie mi riferisco all’insegnamento nella scuola primaria.
Ho letto e riletto il tanto atteso D.M. n. 100 del 17 dicembre 2009 (c.d. salva precari) e le note applicative dello stesso, come riportate, ma non riesco in nessun modo a comprendere il significato di quanto scritto al punto 1) comma 1 e comma 3: continua...

1)Personale destinatario

Il personale docente, educativo e ATA che abbia conseguito nell’anno scolastico 2008/2009, attraverso le graduatorie di istituto, una supplenza di almeno 180 giorni, anche tramite proroghe o conferme contrattuali, in un’unica istituzione scolastica (art. 2 del D.M. in oggetto) ha titolo ad essere inserito negli elenchi “prioritari”, per il conferimento da parte dei dirigenti scolastici delle supplenze temporanee per assenze del personale in servizio nelle rispettive scuole, con precedenza assoluta rispetto a quello inserito nelle graduatorie di circolo e di istituto, per tutti gli insegnamenti o i profili professionali per i quali ha titolo in base all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, per quanto riguarda i docenti ed il personale educativo, e ad esaurimento e permanenti per il personale A.T.A.
Il personale di cui sopra è graduato negli elenchi sopra citati, di cui fanno già parte i beneficiari individuati con il DM n.82 del 29 settembre 2009, in base al punteggio spettante.
Il personale docente ed educativo destinatario delle disposizioni sopra richiamate, ha diritto alla valutazione dell’intero anno di servizio ai soli fini dell’attribuzione del punteggio in sede di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento. Il punteggio viene attribuito per la medesima classe di concorso o posto di insegnamento per il quale l’interessato ha prestato utilmente servizio nell’a.s. 2008-2009 (art.1, comma 6, del D.M. 82/09).
Ricapitolo per mia scienza, per il Ministro Gelmini e per i tanti, forse troppi, sindacati che probabilmente hanno preso un “abbacchio” come direbbe un mio amico riferendosi ad un grossa “cantonata”.
Faccio una semplice, ma indispensabile, premessa. Al termine di ogni anno scolastico, dove per anno scolastico si intende il periodo d’insegnamento che và da settembre a giugno/agosto dell’anno successivo, agli insegnanti precari che hanno prestato servizio come supplenti vengono riconosciuti, in modo proporzionale ai giorni dedicati all’insegnamento, 12 punti che concorrono alla formazione ed aggiornamento della graduatoria ad esaurimento (dei precari però !!!) che così possono sperare un giorno, preferibilmente prima di aver compiuto i 60/65 anni di età, di avere finalmente un contratto a tempo indeterminato nella scuola.
Il fine ultimo delle supplenti, oltre al compenso derivante dal proprio lavoro “insegnamento”, è quello appunto di ottenere i tanto sospirati 12 punti necessari a sopravvivere nella giungla della graduatoria ad esaurimento che ogni due anni viene aggiornata.
A tale scopo occorre, secondo me, chiarire alcune quisquiglie come direbbe il grande Totò e come pensano tutti i precari della scuola e cioè che:
- quando si parla di “supplenti” ci si riferisce a dei Jolly (però di serie “B”) che hanno la funzione di sostituire più o meno in modo continuativo delle colleghe nei momenti più disparati dell’anno scolastico. Le supplenti precarie più fortunate, affidandosi ai vari santi in paradiso, ottengono un incarico annuale da settembre ad agosto dell’anno successivo (c.d. anno scolastico), le meno fortunate un incarico da settembre a giugno dell’anno successivo e la “manovalanza” invece, che è la stragrande maggioranza, prega ogni sera che l’indomani mattina arrivi la tanto sospirata telefonata da un istituto scolastico che le conferisca qualche giorno di supplenza (ossigeno) in uno dei “dieci” istituti indicati nella domanda di supplenza presentata a suo tempo;
- per ottenere i fatidici 12 punti occorrono minimo 152 giorni di supplenze che, per assunto, non sono quasi mai svolti nello stesso istituto scolastico a differenza di quanto richiesto nel D.M. n. 100 cosiddetto “salva precari” (ma quali precari salva ?);
- la prova evidente della quasi impossibilità dello svolgimento delle supplenze nello stesso istituto scolastico è che, all’atto della compilazione della domanda, per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento si dà la possibilità, agli aspiranti insegnanti, di scegliere ben dieci tra istituti comprensivi e scuole dove bisogna altresì indicare per quali istituti si è disposti ad effettuare supplenze con durata inferiore a dieci giorni (leggi anche per un solo giorno), cioè “tappabuchi” e non un solo istituto scolastico come ipotizzato dal D.M. n. 100;
- il compenso ricevuto per il lavoro svolto “insegnamento” nella quasi totalità delle supplenti và a beneficio delle baby-sitter, degli asili nido privati; delle scuole private che offrono il servizio di “tempo pieno” e a beneficio dei servizi vari di accompagnamento (per chi non lo sapesse baby-taxi), ma questa qualcuno potrebbe definirla “scelta di vita”;
- la maggioranza delle aspiranti insegnanti sceglie come sedi d’insegnamento quelle più disagevoli o le più distanti con l’illusione che essendo distanti e disagevoli nessuno le scelga e quindi le possibilità di essere chiamate, anche per un solo giorno di supplenza, sia più realistico.
Fatta questa semplice premessa che sicuramente l’Onorevole Ministro Gelmini non conosce e tantomeno è a conoscenza dei sindacalisti della scuola che hanno gridato al “miracolo” (che spiegherò in seguito) per i risultati ottenuti, vorrei cercare di comprendere i ragionamenti e le argomentazioni portate a sostegno di tale immonda decisione (D.M. n. 100 del 17 dicembre 2009 – Art. 2 comma 1).
Ora qualcuno si starà chiedendo del MIRACOLO…. ebbene l’unico miracolo, perché si sa che i miracoli non vengono elargiti su vasta scala (leggi precari), ma solo a qualche eletto (leggi sindacati), è stato quello di rimpinguare le casse dei vari sindacati della scuola a seguito delle innumerevoli pseudo-iniziative intraprese in favore dei precari dove la parola d’ordine era “Quota di adesione per il 2010“, quota indispensabile per poter accedere alle informazioni, alle varie iniziative come ricorsi, appelli ecc., e mi riferisco ai ricorsi presentati ai vari Tribunali Amministrativi per contrastare l’inserimento in coda alla graduatoria e non a pettine (meritocrazia) degli aspiranti insegnanti che avevano scelto, oltre che alla propria provincia dove erano già presenti nella graduatoria ad esaurimento, altre due provincie nelle quali essere inserite nelle rispettive graduatorie “sempre” ad esaurimento. E qui è da notare che si dà pieno riconoscimento alla tanto invocata “meritocrazia” e cioè se hai, ad esempio, 200 punti meriti di stare in coda, quindi in posizione subordinata a chi ha meno punti di te ma che è già presente in quella graduatoria di quella provincia, perché hai già lavorato tanto ed è giusto che ti riposi un po’ !
Ma il vero MIRACOLO non è stato quello di far riconoscere agli insegnanti precari i diritti acquisiti dopo svariati anni ed anni di onorato servizio, riconoscimento mai raggiunto, ma è semplicemente questo:
- i precari sono 180.000 (fonte internet – articoli vari) e la quota media d’iscrizione al sindacato è di € 50,00 per anno d’iscrizione o rinnovo ora, facendo una semplice moltiplicazione, mi chiedo ma questi Nove milioni di Euro incassati dai sindacati della scuola a cosa sono serviti ?
Probabilmente a far sì che l’aggettivo “precario”, conquistato con tanti anni di stenti e sacrifici sia un marchio indelebile, una sorta di ambitissimo riconoscimento, di questi insegnanti fantasma, fantasma perché li si riscopre solo in campagna elettorale e poi, quando i giochi sono fatti ed i voti acquisiti, vengono esorcizzati con la promessa di risolvere il problema il prima possibile. Ma se questo prima possibile va avanti da vent’anni cosa aspettano, forse il centenario per risolverlo ?
Fatta questa semplice riflessione vorrei chiedere all’Onorevole Ministro Gelmini:
- che senso ha parlare di “una supplenza di almeno 180 giorni” quando la “ratio” del Decreto doveva essere il raggiungimento del servizio minimo occorrente per l’ottenimento dei 12 punti e non il requisito minimo previsto dall’INPS per poter presentare la domanda di “Disoccupazione con requisiti ridotti”;
- che senso ha parlare di “in un’unica istituzione scolastica” quando la “ratio” del Decreto doveva essere quello di premiare chi, per il raggiungimento dei 152 giorni di supplenza, ogni mattina si alza nella speranza di poter onorare la sua giornata con un lavoro che viene sempre meno gratificato nonostante lo si svolga con estrema dignità e professionalità. E tengo a precisare che questi bistrattati “precari” hanno tanto da insegnare a tutti quei cattedrati che, ormai impoltroniti come i nostri politici, non si degnano nemmeno di aderire ad uno sciopero per sostenere i diritti di chi, come loro un tempo, fanno la gavetta e che si scontrano con una chiusura mentale disarmante;
- che senso ha creare delle graduatorie aggiuntive (c.d. prioritarie) se all’interno di queste “nuove graduatorie” ci sono anche insegnanti che hanno minor punteggio delle insegnanti già inserite nelle graduatorie ad esaurimento ma, per un ragionamento che nemmeno un bambino di sei anni avrebbe potuto concepire più contorto, saranno considerate “prioritarie” nell’assegnazione delle supplenze scavalcando chi, per un demerito non cercato, pur avendo MOLTI punti in più dovrà stare alla finestra e vedersi scavalcare da questa nuova “élite” di insegnanti.
Si è sempre detto, contadino scarpe grosse e cervello fine, ed è proprio quello che manca alla nostra classe politica il “cervello fine”. Se chiedete ad un contadino perché si adopera in tutti i modi per far crescere un albero con radici forti e ben salde nel terreno lui vi risponderà che lo fa perché solo così quando sarà diventato adulto darà buoni ed abbondanti frutti mentre, al contrario, la nostra scuola primaria cresce sulla sabbia, leggi “insegnante unico”, ma questa è un’altra storia che merita altre riflessioni e possibilmente con persone competenti in materia e non dedite alla sola calcolatrice “chi vuol capire capisca”.
Giusto per lanciare una ultima “frecciatina” vorrei aggiungere che secondo me il D.M. n. 100 del 17 dicembre 2009 è stato varato al solo scopo di evitare il commissariamento del Ministero a seguito della sentenza del TAR del Lazio e rendere fruibile di tale D.M. n. 100 del 17 dicembre 2009 solo un’esigua platea di insegnanti precari in modo da salvare capre e cavoli, dove le “capre” le ha salvate il Governo, e sarebbe lunga la lista delle capre come direbbe l’Onorevole Sgarbi, ed i “cavoli” sono rimasti agli insegnanti precari nel senso che “col cavolo” che vi risolviamo il problema !!!
Leggi Al Ministro Mariastella Gelmini, ma si può dire “vipero” se sputo un pò di veleno?

venerdì 30 aprile 2010

EuroMayDAy 2010


Saliamo sui tetti del mondo per opporci alla precarizzazione, per rivendicare reddito, diritti e cittadinanza per tutte/i. Il passato sta affondando. Il futuro siamo noi!
Euromayday Parade. Primo maggio 2010. Milano, porta Ticinese, h 15

Il primo maggio 2010 migliaia di persone torneranno nelle strade di Milano per la EuroMayday Parade, per mostrare l’orgoglio, la gioia e la rabbia dei precari e delle precarie. Dal 2001 al 2010, 10 anni d’arretramento dei diritti e delle retribuzioni, 10 anni di lotte e di sacrifici, d’opposizione netta, contro la deriva razzista, contro le politiche intolleranti e securitarie, contro la cultura del profitto che precarizza la vita di ognuno di noi.

Noi che siamo quelli/e che creano la ricchezza, ma che non ne godono se non in minima parte. co.co.co e lavoratori a progetto, esternalizzate e partite iva, invisibili, cassintegrati, instabili e in nero. In 10 anni siamo diventati la maggioranza tra i lavoratori sotto i 40 anni. Nei prossimi 10, complice il liberismo, saremo la maggioranza di tutti i lavoratori.

La crisi ha colpito duro e se possibile ha peggiorato le nostre condizioni di vita. E’ stata usata da imprese e padroni per svendere, ristrutturare e speculare. In molti i casi i lavoratori si sono opposti e le lotte hanno agitato i territori e i luoghi della produzione. Il primo marzo dei migranti, gli operai sui tetti delle fabbriche sono i simboli del dissenso al comando liberista. Ma con loro vi sono mille e ancora mille piccoli atti d’insubordinazione, di disturbo, di contestazione.

La Mayday, dopo dieci anni, testardamente, continua a chiedere il conto, continua a guardare avanti. Incarnando le diverse anime dei conflitti parla con la voce delle rivendicazioni necessarie e possibili. La politica di palazzo ha abbandonato ormai del tutto i problemi del lavoro e dei diritti ma noi continuiamo, ostinate, a reclamare giustizia per tutti e tutte, nativi o migranti, per le generazioni precarie, gli operai, e per quei lavoratori che sono diventati precari nei fatti: cassintegrati, licenziate, esternalizzate, delocalizzati.

Chiediamo continuità di reddito e accesso ai servizi a prescindere dal lavoro che facciamo e dal tipo di contratto che abbiamo o spesso non abbiamo. Reclamiamo i soldi che le aziende, avide e bastarde, continuano a sottrarci. Chiediamo cittadinanza per i migranti. E reclamiamo una scuola pubblica di qualità, un sistema di trasporti sostenibile e popolare, dei saperi liberi, fino ai diritti che non è più possibile legare solo al contratto a tempo indeterminato, come ferie pagate, pensione, malattia, maternità. Vogliamo un nuovo sistema di diritti, un welfare adatto alle nostre vite!

Scenderemo nelle strade con rabbia e con gioia, per riappropriarci della città e far sentire la nostra voce. Saremo una macho free zone, per costruire un immaginario libero dalla cultura machista. Rivendichiamo una produzione culturale alternativa al piattume imperante, e vogliamo diffondere una conoscenza che sia realmente libera, condivisa e accessibile. Denunceremo la stupidità criminale del razzismo leghista e non solo e mostreremo un presente di sorellanza tra nativi e migranti. Proporremo un’idea di futuro con lo spezzone no-oil a pedali e i sound system alimentati a pannelli solari. Diremo no alle speculazioni di Expo 2015, fatte sulla pelle dei cittadini e sui nostri territori martoriati.

Precarie, operai, partite iva, hacker, cassintegrate, studenti, creative, commessi, giornaliste, disoccupati, stagiste – nativi e migranti. Da Dortmund, Ginevra, Amburgo, Hanau, Lisbona, L’Aquila, Losanna, Malaga, Milano, Palermo, Tubingen, Zurigo, Tokio, Toronto e Tsukuba, uniamoci contro la crisi e gridiamo: Mayday Mayday!

Leggi EuroMayDay 2010

giovedì 22 aprile 2010

Tagli alla scuola, gli amministratori locali si rivolgono al Ministero


Ravenna
Gli assessori comunali e l'assessore (foto)provinciale all'istruzione e ai servizi educativi della provincia riuniti per discutere dell'offerta educativa del prossimo anno scolastico, esprimono forte preoccupazione per ciò che determineranno gli ulteriori tagli al personale della scuola.

Nella nostra provincia c'è un ulteriore aumento della popolazione scolastica. Le famiglie chiedono più tempo pieno e tempo prolungato. Il Ministero dell'istruzione prevede un taglio complessivo dei docenti del 3% al quale si aggiunge un ulteriore taglio del personale ATA (bidelli e amministrativi).
Questo taglio si somma a quello delle risorse finanziarie e ai crediti pregressi che le scuole anno nei confronti del Ministero.
Nella scuola primaria e di primo grado, nelle classi prime a settembre prossimo ci saranno 491 alunni in più a fronte di un taglio previsto di 40 docenti e altri 62 docenti in meno nella scuola secondaria di secondo grado
Le famiglie che chiedono il tempo pieno aggiuntivo sono 194 e la richiesta di tempo prolungato aumenta del 14%.
Nella scuola dell'infanzia statale ad oggi c'è una lista di attesa di 176 bambini che non potranno essere accolti perché il Ministero dell'istruzione prevede che in questa regione siano confermati i posti dati nell'a.s.2008/2009, tanto è vero che delle 6 nuove sezioni e degli 11 completamenti chiesti l'anno scorso se ne sono fatti carico i comuni.
Per il prossimo anno scolastico occorrono ulteriori 9 sezioni e 11 completamenti per complessivi 29 posti docente in più.
Già i tagli al personale fatti nell'a.s.2009/2010 hanno ridotto il tempo scuola, hanno ridotto le attività laboratoriali, hanno reso più difficile l'accoglienza e il supporto ai tanti bisogni speciali degli alunni, rendendo la scuola pubblica più povera e più iniqua, riversando sui comuni compiti e oneri che sono dello Stato. Questi ulteriori tagli incideranno pesantemente sul diritto allo studio e all'apprendimento di molti oltre che mettere in seria difficoltà le famiglie.
I tagli lineari non tengono conto che in questa regione l'aumento della popolazione scolastica è del 2%, il più alto a livello nazionale, come pure il rapporto alunni docenti, per ogni docente ci sono in media11,8 alunni rispetto alla media nazionale di 11.
Si consideri, inoltre, che la media nazionale di alunni per classe nell'a.s.2009/2010 è di 20,78 mentre nella nostra regione è di 21,75 ed è destinata ad aumentare ulteriormente in virtù di classi con 28/30 alunni.

"Se a questo si aggiunge - dichiara Nadia Simoni, assessore provinciale all'istruzione - che in questa regione, come nella nostra provincia, è avvenuta una seria riorganizzazione della rete scolastica. e che l'investimento in istruzione dello Stato fatto in Emilia-Romagna è il più basso mentre quello degli enti locali è il più alto in assoluto, diventa davvero inaccettabile che si persegua nella logica dei tagli indiscriminati sapendo che si colpisce la nostra scuola pubblica quella che peraltro per qualità è paragonabile alle migliori scuole europee.

Gli amministratori locali della provincia di Ravenna chiedono al Ministero dell'istruzione e al Ministero Economia e Finanza che non si proceda con i tagli previsti, che nella programmazione e determinazione delle risorse statali, avendo esse stretta connessione con la programmazione dell'offerta formativa, vengano coinvolte le Regioni e gli enti locali ridefinendo i criteri di assegnazione delle dotazioni organiche, tenendo conto anche delle diverse realtà territoriali".
Ripreso da Ravennanotizie.it

mercoledì 14 aprile 2010

IUniScuola:Organici 2010/2011, Confermato il taglio già previsto da settembre 2010

Ecco la circolare sulle dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2010/2011 del Miur .

Da Orizzonte Scuola:
«Confermati 25.558 tagli alle cattedre e 15.000 al personale non docente (amministrativi, tecnici ed ausiliari). I tagli riguarderanno 22.018 posti in organico di diritto e 3.540 in organico di fatto. Tagli maggiori alle superiori ed al sud. Nessun tagli agli insegnanti di sostegno

Cresce solo l'infanzia con un totale di più 560 cattedre, anche se si leggono segni negativi nel conteggi delle cattedre in Calabria con un -25, Puglia con un -41 e Basilicata con un -6. In aumento, considerevole, le cattedre in Campania con un +199 e Lombardia con un +150.

Nella scuola primaria il taglio sarà di -8.711 cattedre, con la Campania capofila dei tagli con un -1.276, seguita a ruota dalla Sicilia con un - 1.251, mentre in Puglia ci sarà un - 821 cattedre.

Per la secondaria di I grado, già oggetto di pesante potatura lo scorso anno, perderà 3.661 cattedre. Ancora capofila dei tagli è la Campania con -894 cattedre, seguita dalla Sicilia con - 519 e dalla Puglia con - 334

La secondaria di II grado subirà, per effetto della "riforma", il taglio maggiore con ben -13.746 cattedre tagliate. In Campania il taglio riguarderà 1.716 cattedre, seguita questa volta dalla Lombardia con -1.689, dalla Sicilia con -1.568 e dalla Puglia con -1.339.

La riduzione maggiore delle cattedre avverrà soprattutto nelle regioni del sud, con un taglio che supera il 5% delle cattedre in dotazione dell'anno precedente, rispetto ad una media nazionale del 4%»

Per saperne di più, clicca QUi

venerdì 9 aprile 2010

Anniversario della Liberazione al presidio permanente dei lavoratori della scuola

Il 25 Aprile ricorre la festa della Liberazione nazionale dal nazifascismo, inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della Resistenza all’occupazione tedesca.
Per meglio comprendere e analizzare le circostanze che hanno segnato uno dei periodi più bui della storia dell’Europa, abbiamo voluto invitare, al presidio permanente dei lavoratori precari della scuola, il nostro luogo di lotta dal primo settembre 2009, due testimoni della storia:
il sig. Giuseppe Castelnovo, ex deportato del campo di concentramento di Mauthausen e la Sig.ra Onorina Brambilla Pesce, una delle più audaci staffette partigiane milanesi, ex deportata del lager di Bolzano, i quali ci testimonieranno le loro esperienze di vita.
Mantenendo viva la memoria si possono aprire gli occhi di tutti, ovunque, per far sì che il male non prevalga sul bene come avvenne ad Auschwitz e negli atri campi di sterminio.
E’ proprio per questo che dobbiamo ricordare e accrescere i nostri sforzi per liberare l’uomo dallo spettro del razzismo, dell’esclusione, dell’alienazione, della schiavitù e della xenofobia, per estirpare questi mali che avanzano nella nostra società.
Se da un lato pertanto rievocare i fatti di Auschwitz e degli altri campi di sterminio non può che riempirci di profondo dolore, i nostri tempi continuano ad essere segnati da grande violenza e quindi massimo deve essere lo sforzo di tutti nell’impedire che un domani siano versate lacrime su altre Auschwitz o Mauthausen moderne. Oggi, nel nostro paese, si avverte da parte degli uomini politici che costituiscono la maggioranza di governo, il tentativo arrogante di cancellare il nostro passato, la cui conoscenza è già così flebile. Si vuole collocare tutto sullo stesso piano, tutti colpevoli e tutti innocenti, i ragazzi partigiani e i repubblichini di Salò, senza così far capire come nacque l’identità democratica dell’Italia. In definitiva, i valori della Resistenza vengono messi in dubbio, confusi, banditi addirittura dai futuri programmi di storia, come prevede la cosiddetta riforma del ministro dell’istruzione. Ricordare significa dunque opporsi ad ogni forma di revisionismo, in una vigilanza che necessariamente vede impegnati in prima fila docenti e lavoratori della scuola. Non lasciamoci abbattere dalla demagogia dominante, dal senso di frustrazione e di impotenza! Dobbiamo rimanere uniti nella prospettiva delle nuove lotte che ci aspettano e quale migliore opportunità se non ripartire da coloro che hanno davvero lottato per la sopravvivenza della Libertà? Oltre all’incontro con i partigiani, si terrà la proiezione di un documentario sul campo di concentramento di Mauthausen – Gusen, e verranno esposte delle fotografie sull’attività partigiana nell’Oltrepo’ pavese.
A seguire, cena resistente e concerto rock!
Vi aspettiamo numerosi presso il tendone del Presidio permanente, via Ripamonti 85, di fronte all’Usp di Milano 17 aprile 2010 a partire dalle ore 16.00.
ProgrammaIL PRESIDIO PERMANENTE DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA
Via Ripamonti 85 - Milano
invita
tutta la cittadinanza alla
"Celebrazione del 65° Anniversario della Liberazione".

Serata di approfondimento con le testimonianze
di Giuseppe Castelnuovo e Onorina Brambilla Pesce
Sabato 17 Aprile 2010
Ore 16:00
Mostra fotografica sull’attività partigiana nell’Oltrepo’ pavese
Ore 17:00Incontro pubblico con
GIUSEPPE CASTELNUOVO (ex deportato del campo di concentramento di Mauthausen - Gusen)

NORINA BRAMBILLA PESCE (ex deportata del Lager di Bolzano e partigiana nella terza brigata dei GAP)

A seguire proiezione di un documentario sul campo di concentramento di Mauthausen – Gusen.
Dalle ore 20:00
Aperitivo e concerto rock!
Per info e contatti:
Presidio Permanente lavoratori della scuola, via Ripamonti 85 – Milano
tel. 328-8737565
ripreso da:
presidiopermanente@yahoo.it
http://presidiouspmi.splinder.com/

martedì 30 marzo 2010

Un sit in di protesta, sotto la sede sindacale della UIL

Ricevuto da Massimiliano ARNO'
Il Presidio permanente dei lavoratori della scuola e il Movimento scuola precaria, stanchi dell’inerzia dei sindacati e convinti che questi ultimi siano troppo spesso più dalla parte del governo e dei padroni che dei lavoratori, indicono un sit in di protesta, sotto la sede sindacale della UIL, per chiedere reale attenzione ai problemi che attanagliano la scuola pubblica e, nel contempo, per ribadire in maniera forte e chiara, il nostro dissenso nei confronti del “patto territoriale”, accordo vergognoso siglato in data 13 ottobre 2009, tra Ufficio Scolastico Regionale, Regione Lombardia e alcune organizzazioni sindacali - fra cui la stessa UIL.
Il suddetto patto, come già da noi denunciato più volte, svilisce le nostre professionalità relegandoci a mansioni che non ci competono, costringendoci a lavorare rimanendo formalmente disoccupati: la retribuzione per la suddetta mansione non è che un sussidio che viene integrato dalla Regione a partire dalla 21 ora lavorativa, fino a raggiungere il 100% del netto dello stipendio dell’anno precedente alla 36 ora. Oltretutto non vengono riconosciuti i contributi previdenziali a tutto il personale docente e ata, inserito sia nelle graduatorie ad esaurimento, sia nelle permanenti, sia in quelle d’istituto. Altresì, per ciò che concerne il riconoscimento del punteggio al personale docente abilitato non inserito nelle graduatorie ad esaurimento e al personale docente non abilitato, l’Ufficio Scolastico Regionale, dopo mesi di intense lotte da parte dei precari della scuola, arriva alla conclusione di riconoscere il punteggio di servizio come “servizio specifico”.
Il sit in avrà luogo nella giornata di Giovedì 15 Aprile alle ore 16:30, in via Campanini n. 7, di fronte alla sede della UIL.
Nella stessa serata ci si sposterà di fronte all’ingresso principale della stazione centrale per continuare a controinformare l’opinione pubblica sugli effetti nefandi della cosiddetta “riforma” Gelmini. Per questo si ritiene importante la partecipazione di tutte le realtà della scuola in lotta unitamente alla cittadinanza.
Ricordiamo inoltre che la scuola è il volano della società.
La scuola è un bene di tutti, pertanto difendiamola dagli attacchi indiscriminati di questo scellerato governo.

Comunicato congiunto
Presidio Permanente Lavoratori della Scuola
presidiopermanente@yahoo.it
http://presidiouspmi.splinder.com/
cell. 3288737565
e Movimento Scuola Precaria - Milano
assembleascuolaprecaria@gmail.com
www.forumscuole.it/msp
cell. 3472492762

sabato 27 marzo 2010

Un Euro per un ricorso…


Riceviamo e volentieri diffondiamo

Basta con le illegalità: ricorso al TAR contro la circolare n.17/2010 sulle iscrizioni per la scuola secondaria di secondo grado

Il Ministro Gelmini ripete quest’anno per la scuola superiore di secondo grado il percorso illegale che ha sperimentato l’anno scorso per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo; ancora una volta ha disposto le iscrizioni sulla base del riordino dell’istruzione secondaria di secondo grado senza che questo esista giuridicamente.

L’anno scorso fu proposto un ricorso al TAR da circa 2000 docenti e genitori; il TAR ha chiesto al Ministro la documentazione necessaria per potere decidere; a tutt’oggi non è stata depositata, in questo modo ostacolando il regolare corso della giustizia; quindi tutti gli atti adottati dal Ministro lo scorso anno scolastico in relazione alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo sono ancora sub-iudice.

Noi riteniamo che, a fronte di comportamenti illegittimi, si debba rispondere a tutti i livelli; ovviamente anzitutto con la mobilitazione e con iniziative pubbliche, ma anche con la contestazione in sede legale delle illegittimità e dei comportamenti arroganti del Ministro.

Pertanto il Cesp – Centro Studi per la Scuola Pubblica – di Padova, insieme a molte altre associazioni e comitati che lavorano per la difesa della scuola pubblica in tutto il territorio italiano, ha deciso di impegnarsi ad organizzare il ricorso per impugnare la C.M. n. 17/2010, relativa alle iscrizioni nella scuola secondaria di II grado.

Il motivo principale dell’impugnativa concerne la violazione della normativa di legge che stabilisce che le iscrizioni si effettuano sulla base del POF; quindi allo stato attuale non si possono chiedere le iscrizioni per le prime classi in base ad un riordino inesistente e ad un POF adottato con la normativa relativa al precedente ordinamento; per lo stesso motivo non sono da ritenersi valide le riduzioni di 2/4 ore di lezione per le future classi seconde, terze, quarte degli Istituti Tecnici e Professionali, poiché vanno a modificare “il patto” dell’offerta formativa stabilito con i genitori all’atto dell’iscrizione nei precedenti anni scolastici.

Il ricorso verrà preparato materialmente dall’Avv.to Mauceri di Firenze che ha già fatto quello dello scorso anno contro la C.M. sulle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e del primo ciclo, attualmente ancora in discussione al TAR.

Indicazioni operative per aderire al ricorso
Chi può proporre ricorso?

tutti i docenti della scuola secondaria di II grado, perché tutti possono essere giuridicamente interessati agli organici che saranno determinati a seguito delle iscrizioni;
i genitori degli alunni minorenni e gli studenti maggiorenni delle classi interessate al riordino per l’a.s. 2010-2011.

Che fare?
contattate il Cesp spedendo una mail a: info@cesp-pd.it oppure inviate un fax al seguente numero: 178 – 6011168;
scaricate e compilate la scheda informativa
sarete richiamati per venire a firmare materialmente il mandato legale per l’avvocato, consegnare la scheda informativa e per versare la cifra simbolica di adesione al ricorso di 1 €.
Il tutto deve essere fatto entro il 10 aprile 2010!!!

lunedì 15 marzo 2010

C' era una volta l'articolo 18 ...

«Dichiarazione d’intesa sull’arbitrato nelle controversie di lavoro»
«E'stata firmata da CISL ,UIL ed altre organizzazioni sindacali ed imprenditoriali con il dissenso della CGIL e della Lega delle Cooperative una “dichiarazione comune” in cui si accetta l’arbitrato»
Ecco il comunicato ripreso dal sito di sinistra-democratica.
«Giovedì 11 marzo in una riunione presso il Ministero del Lavoro fra i sindacati ed imprese sulla possibilità di modulare l’ orario di lavoro, è stata firmata da CISL ,UIL ed altre organizzazioni sindacali ed imprenditoriali con il dissenso della CGIL e della Lega delle Cooperative una “dichiarazione comune” in cui si accetta l’arbitrato previsto dalla recente legge approvata dal Parlamento per le controversie di lavoro precisando però che esso non deve essere applicato alle “controversie in materia di risoluzione dei rapporti di lavoro”.
Secondo la CISL che, ha promosso l’iniziativa, con questa modifica non viene né aggirato né depotenziato l’art. 18 , bensì aumentano le possibilità che conciliazione e arbitrato vengano regolati attraverso accordi interconfederali ed i contratti di lavoro . Questa Organizzazione sindacale non dice però che la nuova normativa rappresenta un grosso pericolo per i diritti dei lavoratori in quanto prevede, in caso di controversie in materia di lavoro, un arbitrato di “equità” una formula che significa che la commissione arbitraria che decide al posto del giudice del lavoro lo fa secondo la sua idea di equità, al di fuori dei vincoli di legge e di norme previste dai CCNL e senza possibilità per il lavoratore di potersi poi appellare al giudice .
Inoltre la legge depotenzia il ruolo del giudice del lavoro per cui, anche se il lavoratore all’atto della firma del contratto individuale certificato da un organismo di certificazione non avesse accettato l’arbitrato e decidesse in caso di controversia di rivolgersi al giudice del lavoro, questo ultimo non potrebbe intervenire neppure se il contratto prevedesse deroghe peggiorative rispetto ai contratti collettivi di lavoro , essendo il solo suo compito quello di verificare la legittimità del contratto
Giuristi, costituzionalisti, avvocati e magistrati fanno presente come la nuova legge capovolga i fondamenti del diritto del lavoro e la CGIL ha dichiarato che risponderà sia sul piano legale sia su quello sindacale a questo attacco ai diritti e tutele dei lavoratori . Il Ministro del Lavoro ha subito dichiarato che accoglierà la proposta dell’intesa sindacale sulla regolazione dell'arbitrato.
Si è creata quindi una nuova frattura fra i sindacati confederali proprio alla vigilia dello sciopero generale indetto dalla CGIL per il 12 marzo , condannato come politico non solo dal Governo ma anche, cosa più grave, dalla CISL»

mercoledì 10 marzo 2010

Disoccupati e precari: e se diventano una categoria?

Riceviamo e diffondiamo volentieri
LUNEDÌ 15 MARZO 2010 Ore 21 Università Bocconi Aula Magna via Röntgen 1,Milano
Partecipazione gratuita

Dal contratto a tempo indeterminato ai molti contratti a termine:
questa tendenza legata ad un'economia sempre più flessibile non è più reversibile?
Come fornire sicurezza e garanzie alle giovani generazioni di lavoratori, senza irrigidire il mercato del lavoro?
Quale il ruolo dei sindacati in tutto ciò?
Introduce
Tito Boeri, Università Bocconi

Intervengono
Fiorella Kostoris, Università La Sapienza di Roma
Michele Tiraboschi, Centro Studi Internazionali e Comparati "Marco Biagi
"

Conduce
Dario Di Vico, Corriere della Sera
Organizzato da:
Università Bocconi e Corriere della Sera
Ingresso libero su prenotazione
Per informazioni e iscrizioni:
http://www.economiaesocieta.org/
Segreteria organizzativa:
tel. 02 5836.2493
Registrazione obbligatoria
Registrandoti darai la possibilità alla Segreteria Organizzativa
di realizzare al meglio l'evento.

I giovani e il lavoro nella provincia di Monza e Brianza

Pubblicata una indagine voluta dal Comune di Monza
«I giovani della provincia interpretano il lavoro soprattutto come mezzo per raggiungere un appagamento e una realizzazione personale»

Riceviamo e pubblichiamo
Il tema indagato dal progetto di ricerca in esame - i giovani e il lavoro nella provincia di Monza e Brianza – vuole dare risposte a una serie di quesiti importanti: “quale valore attribuiscono le nuove generazioni al lavoro?”, “come manifestano il loro orientamento verso l’imprenditorialità?” e, ancora, in modo molto operativo:“come approcciano i giovani il mondo del lavoro?”. Sono domande di particolare rilievo nel contesto attuale, segnato da una percezione diffusa di incertezza sul futuro determinata sia dal lento declino registrato negli ultimi anni dai settori economici tradizionali, particolarmente importanti per la provincia di Monza e Brianza, sia dalla recente crisi finanziaria mondiale, che ha contribuito ad aggravare la situazione. Studiare come gli studenti delle scuole superiori si relazionano con il mondo lavoro aiuta a capire quale idea del futuro hanno le nuove generazioni e, all’interno di questo scenario, quale è il ruolo del lavoro, espressione della persona umana., elemento costitutivo di una economia sana, solidale e interessata a un benessere di lungo termine della comunità.
Alla società civile si richiede di dotarsi di adeguati strumenti a tutela dell’occupazione, nel rispetto dei diritti e della dignità della persona nell’ambito di un approccio che privilegia la responsabilità sociale delle imprese(1).
In questo senso supportare lo spirito imprenditoriale delle nuove generazioni può rappresentare un fattore chiave a sostegno della ripresa economica: senza imprenditorialità non può esservi; e senza impresa non può generarsi alcuno sviluppo(2).
I risultati dell’indagine portano a essere ottimisti. I giovani della provincia di Monza e Brianza guardano al lavoro in termini estremamente concreti e positivi. Il lavoro rappresenta per loro innanzitutto la conquista dell’autonomia economica, nell’ottica della crescita e dell’indipendenza dalla famiglia d’origine. Quello che colpisce maggiormente dall’analisi dei primi focus group è peraltro la concretezza con cui i giovani approcciano, o intendono approcciare, il mondo del lavoro. Sono consapevoli della necessità, una volta finita la scuola, di una formazione continua, che consenta loro di crescere professionalmente; sanno che di fronte a loro si prospetta una serie di esperienze lavorative diverse; da un lato, essenziali per imparare ad ampliare le loro conoscenze; dall’altro, potenzialmente rischiose, in quanto foriere di un apprendimento superficiale; attenti a formulare per le proprie vite piani alternativi, consapevoli che le loro aspirazioni professionali potrebbero stentare a prendere corpo. Pur consapevoli delle difficoltà alle quali andranno incontro, i giovani della provincia di Monza e Brianza interpretano il lavoro non solo in senso strumentale, ma soprattutto come mezzo per raggiungere un appagamento e una realizzazione personale, luogo in cui potranno trovare spazio le proprie idee e le proprie passioni.

(1) Masini C. (1978), Lavoro e risparmio, Torino, Utet.
(2) Bertini U. (1985), In merito alle condizioni che determinano il successo dell’impresa,Finanza, produzione e marketing,volume 3,pp 39-48.

Per saperne di più,sulla ricerca clicca QUi

sabato 6 marzo 2010

Decreto salva-liste o salva-politici esclusi?

Milano, 6 marzo 2010 - Bandiere gialle, viola, rosse, arcobaleno. Piazza Duca d’Aosta






Ecco il testo del DECRETO-LEGGE 5 marzo 2010, n. 29
Interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione. (10G0052) (GU n. 54 del 6-3-2010 )
(testo in vigore dal: 6-3-2010)?
Il testo riportato è di fonte ufficiosa.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 17 febbraio 1968, n. 108;
Ritenuta la straordinaria necessita’ e urgenza di consentire il corretto svolgimento delle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi delle Regioni a statuto ordinario fissate per il 28 e 29 marzo 2010 tramite interpretazione autentica degli articoli 9 e 10 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, e dell’articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, assicurando il favor electionis secondo i principi di cui agli articoli 1 e 48
della Costituzione;
Ritenuto che tale interpretazione autentica e’ finalizzata a favorire la piu’ ampia corrispondenza delle norme alla volonta’ del cittadino elettore, per rendere effettivo l’esercizio del diritto politico di elettorato attivo e passivo, nel rispetto costituzionalmente dovuto per il favore nei confronti della espressione della volonta’ popolare;
Ravvisata l’esigenza di assicurare l’esercizio dei diritti di elettorato attivo e passivo costituzionalmente tutelati a garanzia dei fondamentali valori di coesione sociale, presupposto di un sereno e pieno svolgimento delle competizioni elettorali;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 5 marzo 2010;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del
Ministro dell’interno;
EMANA
il seguente decreto-legge:
Art. 1
Interpretazione autentica degli articoli 9 e 10 della legge 17 febbraio 1968, n. 108
1. Il primo comma dell’articolo 9 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, si interpreta nel senso che il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati incaricati della presentazione delle liste, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale. La presenza entro il termine di legge nei locali del Tribunale dei delegati puo’ essere provata con ogni mezzo idoneo.
2.
Il terzo comma dell’articolo 9 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, si interpreta nel senso che le firme si considerano valide anche se l’autenticazione non risulti corredata da tutti gli elementi richiesti dall’articolo 21, comma 2, ultima parte, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, purche’ tali dati siano comunque desumibili in modo univoco da altri elementi presenti nella documentazione prodotta. In particolare, la regolarita’ della autenticazione delle firme non e’ comunque inficiata dalla presenza di una irregolarita’ meramente formale quale la mancanza o la non leggibilita’ del timbro della autorita’ autenticante, dell’indicazione del luogo di autenticazione, nonche’ dell’indicazione della qualificazione dell’autorita’ autenticante, purche’ autorizzata.
3.Il quinto comma dell’articolo 10 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, si interpreta nel senso che le decisioni di ammissione di liste di candidati o di singoli candidati da parte dell’Ufficio centrale regionale sono definitive, non revocabili o modificabili dallo stesso Ufficio. Contro le decisioni di ammissione puo’ essere proposto esclusivamente ricorso al Giudice amministrativo soltanto da chi vi abbia interesse. Contro le decisioni di eliminazione di liste di candidati oppure di singoli candidati e’ ammesso ricorso all’Ufficio centrale regionale, che puo’ essere presentato, entro ventiquattro ore dalla comunicazione, soltanto dai delegati della lista alla quale la decisione si riferisce. Avverso la decisione dell’Ufficio centrale regionale e’ ammesso immediatamente ricorso al Giudice amministrativo.
4.Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alle operazioni e ad ogni altra attivita’ relative alle elezioni regionali, in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto. Per le medesime elezioni regionali i delegati che si siano trovati nelle condizioni di cui al comma 1 possono effettuare la presentazione delle liste dalle ore otto alle ore venti del primo giorno non festivo successivo a quello di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 2
Norma di coordinamento del procedimento elettorale
1. Limitatamente alle consultazioni per il rinnovo degli organi delle Regioni a statuto ordinario fissate per il 28 e 29 marzo 2010, l’affissione del manifesto recante le liste e le candidature ammesse deve avvenire, a cura dei sindaci, non oltre il sesto giorno antecedente la data della votazione.
Art. 3
Entratra in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara’ presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Data Roma, addi’ 5 marzo 2010
NAPOLITANO
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Maroni, Ministro dell’interno
Visto, il Guardasigilli: Alfano