In Campania (286.000) e Calabria (105.000) più disoccupati di lunga durata che in tutto il Regno Unito (352.000). Lo dicono i dati Eurostat
Quando si parla di lavoro in Italia c’è da fare i conti con una realtà dalle tinte fosche che nonostante qualche segnale positivo non riesce a trovare la strada della ripresa. Come sempre, a scattare la fotografia di uno scenario tutt'altro che positivo, ci pensano i numeri. I disoccupati di lunga durata, ossia quelli in cerca di lavoro da oltre 12 mesi, diminuiscono in Italia nel 2018 fissandosi a 1,6 milioni di unità (-81.600) ma sono il numero più elevato in Ue. Tra Sud (594.000) e Isole (312.000) i disoccupati da oltre un anno sono oltre 900.000, un dato di molto superiore a quello dell’intera Germania (600.000) nella quale però vivono 82 milioni di persone a fronte dei 20,6 residenti al Sud.
IL CONFRONTO CON LA GERMANIA – Come detto, nel
nostro Paese, la disoccupazione di lunga durata seppure in calo rispetto al
2017 è più che raddoppiata rispetto al 2008 quando erano senza lavoro da
oltre 12 mesi solo 752mila persone. In Germania, invece,
l’andamento è stato praticamente opposto rispetto al nostro Paese con 1,6
milioni di disoccupati di lunga durata nel 2008 e un milione
in meno (600mila) dieci anni dopo.
Lo dicono i dati Eurostat secondo i quali in Campania
(286.000) e Calabria (105.000) ci sono più disoccupati di lunga durata
dell’intero Regno Unito (352.000).
LE “DUE” ITALIA – Come sempre, c’è da fare i
conti con una Italia che sembra letteralmente spaccata in due. Molto
significative, infatti, le differenze sul territorio con il solito Nord
più virtuoso rispetto al Mezzogiorno che, purtroppo, arranca e
stenta, intrappolato nelle sabbie mobili di una crisi che
non lascia scampo.
LAVORO, IL DIFFICILE CAMMINO DELLE DONNE
– Nonostante l’occupazione femminile in Italia sia cresciuta (era al 49,5% nel 2018 dal 48,9% del 2017) cresce ancora il divario con il tasso medio di occupazione femminile in Europa (63,3%, dal 62,4% del 2017).
– Nonostante l’occupazione femminile in Italia sia cresciuta (era al 49,5% nel 2018 dal 48,9% del 2017) cresce ancora il divario con il tasso medio di occupazione femminile in Europa (63,3%, dal 62,4% del 2017).
Dopo la Mayotte, regione d’oltremare francese, ci sono quattro
regioni italiane agli ultimi posti nell’Unione europea con la Sicilia che
scende dal 29,2% del 2017 al 29,1%, la Campania stabile al
29,4% e la Calabria al 31% e la Puglia al 32,8%, in
crescita rispetto all’anno precedente. In pratica lavora, almeno ufficialmente,
meno di una donna su tre.
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