LA VOCE DEI PRECARI

Associazione Istruzione Unita Scuola

martedì 2 dicembre 2014

Disoccupazione e posto fisso in Italia: numeri a confronto

Da una parte aumentano le assunzioni a tempo indeterminato, dall'altra la disoccupazione raggiunge livelli record: i dati sul mercato del lavoro in Italia.

Dai primi dati rilevati dal Sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie sull’avviamento di nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato arrivano notizie confortanti: aumenta il lavoro a tempo indeterminato in Italia, con un totale di 400mila contratti di assunzione nel terzo trimestre pari al +7,1% su base annua. Male invece la disoccupazione: l’ISTAT rivela che il tasso di disoccupazione continua a salire e raggiunge i livelli record del 1977.

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Nuove assunzioni

Il maggior numero di assunzioni come dipendenti si è concentrato nei settori dell’industria e agricoltura, mentre sono diminuite nel settore servizi. Fa eccezione il settore dell’istruzione con oltre 17mila nuovi contratti a tempo indeterminato. In generale sono aumentati i rapporti di lavoro avviati: 2,474 milioni di contratti di lavoro da dipendente e parasubordinato, pari al +2,4% su base annua.

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Tra i nuovi contratti sottoscritti, quelli a tempo determinato rappresentano il 70% del totale, pari al +1,8% rispetto allo stesso periodo del 2013. In agricoltura questa tipologia di contratto ha riguardato circa 460mila nuovi rapporti di lavoro, pari al +10,6% sul 2013. Cresce anche il ricorso ai contratti di apprendistato, del +3,8%, rispetto al terzo trimestre dello scorso anno. Per il Ministero del Lavoro si tratta di dati che, in continuità con quelli del secondo trimestre, confermano l’efficacia del Decreto Legge Poletti 34/2014:
«Ha prodotto l’esito che era auspicabile cioè un incremento dei contratti a tempo indeterminato e dei contratti di apprendistato».

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Cessazioni

I rapporti di lavoro chiusi in questo periodo sono stati 2,415 milioni, pari al +0,9% rispetto al 2013 per effetto del maggior numero di contratti a tempo determinato cessati, pari al 65% del totale delle cessazioni. Per le altre tipologie contrattuali le cessazioni sono diminuite. Da segnalare, tra le cause di cessazione, l’aumento pari al +55% dei pensionamenti nel settore dell’istruzione. Calano invece del -3,3% ilicenziamenti, che rappresentano il 9% del totale di rapporti di lavoro cessati.

Disoccupazione

La nota dolente è rappresentata dalla disoccupazione che ha raggiunto a ottobre il livello record del 13,2%, secondo gli ultimi dati ISTAT, il peggiore dall’inizio delle serie storiche mensili. Il dato è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e del +1% su base annua. Da sottolineare che il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) è salito al 43,3%.

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