LA VOCE DEI PRECARI

Associazione Istruzione Unita Scuola

martedì 17 settembre 2013

Commissione Occupazione: via libera a progetto da 815 milioni

Subito dopo la pausa estiva, lo scorso giovedì 5 settembre, l’Europa ha affrontato il problema della crisi del lavoro con l’approvazione, da parte della Commissione Occupazione, Affari Sociali e Inclusione, di un progetto già esaminato a Giugno dal Parlamento Europeo che si tradurrà nel Programma di Impiego e Innovazione Sociale (EaSl).
Si tratta di un percorso pluriennale (2014-2020), che coniuga tre diversi programmi già attivi con l’obiettivo di migliorare le possibilità di mobilità lavorativa all’interno dell’UE e di fornire fondi per sostenere nuove iniziative di investimento e di lavoro. I punti focali del progetto, che prendono spunto e sviluppano i precedenti piani di aiuti, consistono innanzitutto in un aiuto alle piccole aziende sul territorio. I finanziamenti sono indirizzati a disoccupati o cittadini a rischio di perdere il lavoro, attraverso prestiti facilitati per permettere loro di avviare proprie attività. Inoltre, da questo momento sarà garantita una particolare copertura a coloro che decidono di attivarsi nel campo delle imprese sociali, ovvero tutte quelle il cui obiettivo primario sia quello di promuovere un impatto sociale positivo, più che di generare profitto.
Il secondo obiettivo è un potenziamento di EURES, il Servizio Europeo di Impiego, che ha il compito di finanziare i progetti di mobilità internazionale e fornire informazioni sulle opportunità di istruzione e di lavoro in tutta Europa. La nuova frontiera sarà appunto quella di connettere direttamente offerta e domanda di lavoro nell’UE e di creare partnership tra servizi di occupazione di Paesi diversi, sviluppando una mobilità più elastica e volontaria da parte dei giovani e non solo.
 Infine, verranno mantenuti e implementati una serie di finanziamenti rivolti a specifici attori quali le organizzazioni non governative e le amministrazioni pubbliche, per programmi di campagne informative, scambi di dati, organizzazione di attività nel campo del lavoro, dell’inclusione sociale, della mobilità e delle pari opportunità.
L’intero progetto riceverà un finanziamento di 815 milioni di euro, con la garanzia di un controllo più serrato e di una completa trasparenza per quanto riguarda l’allocazione delle sovvenzioni, non solo tra i vari settori del programma, ma anche negli specifici campi d’azione. La richiesta di ridurre la discriminazione in campo lavorativo e di correggere e implementare le leggi esistenti per permettere ai cittadini europei una maggiore integrazione e libertà anche in questo campo, è stata espressa in modo chiaro dall’europarlamentare slovacca Edit Bauer, del Partito Popolare Europeo. La direzione della Commissione di Competenza, Mobilità e Servizi per l’occupazione si dice fiduciosa: “Otterremo i mezzi finanziari per aiutare i lavoratori UE disposti a cercare lavoro in un altro Stato membro”.
Il Parlamento sembra essere riuscito a proporre una struttura coesa, con chiare priorità di manovra e un’accurata gestione dei fondi. Le iniziative sono innovative e di forte impatto nell’aumentare le possibilità di lavoro, soprattutto in un periodo di crisi come quello in corso, e di combattere l’esclusione sociale. Oltre a aumentare l’elasticità di movimento all’interno dell’UE, con procedure sempre più snelle e flessibili, si è posta attenzione alla tutela dei lavoratori indipendentemente dalla loro nazionalità, riscontrando per il progetto l’appoggio di quasi tutti i presenti (34 voti su 36).
Alcune obiezioni alle potenzialità del decreto sono state tuttavia avanzate dalla rappresentante del gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, Jutta Steinruck, che individua una grave lacuna nel fatto che il Consiglio non abbia dato supporto a iniziative specifiche rivolte ai giovani. “La mobilità volontaria va sostenuta, non la mobilità forzata” continua la parlamentare, sollevando un tema caldo in Europa, e in particolare nel nostro Paese, “La soluzione alla disoccupazione in Europa, anche quella giovanile, è creare posti di lavoro nelle varie regioni. Si spera che il nuovo programma misto contribuisca a promuovere iniziative che favoriscano l’occupazione nelle zone più problematiche d’Europa”. Ancora una volta, accanto alle opportunità che può offrire una rete europea sempre più salda e integrata, più multiculturale e dinamica, si affaccia la questione dell’importanza di valorizzare tutte le regioni europee e di rispettare le preferenze e le esigenze di ogni diverso cittadino.
Scritto da: Giulia Corino     9 settembre 2013 fonte La rivista europea

In foto, postazione EURES al Job Meeting di Bari del giugno 2013 (© Job Meeting 2013)